OGM: L'italia favorevole ad autorizzare OGM
OGM: L'unione europea verso la fine della moratoria
Fonte: Kataweb
Era dal 1998 che una moratoria congelava di fatto tutte le autorizzazioni riguardanti gli Ogm (organismi geneticamente modificati) impedendo che giungessero sui banchi dei nostri mercati pop-corn e merendine prodotte con mais dolce transgenico (BT11).
Ora la situazione potrebbe cambiare.
Il Consiglio Ue, riunito ieri a Lussemburgo, ha evidenziato una profonda spaccatura tra i partner europei.
In favore dell'importazione di mais dolce Ogm, che ha ricevuto il parere favorevole dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, si è pronunciata l'Italia che in riunioni precedenti si era astenuta nell'attesa di disporre di tutti gli elementi di valutazioni.
Il sottosegretario all'Agricoltura Paolo Scarpa Bonazza, alla guida della delegazione italiana, ha così illustrato le motivazioni dell'assenso italiano: in primo luogo il parere positivo sul mais dolce BT11 del Consiglio superiore della sanità italiana. Inoltre, le nuove norme sull'etichettatura di cibi e mangimi che contengono sostanze transgeniche, in vigore in Europa dal 18 aprile.
Al Consiglio Ue, tenuto ieri a Lussemburgo, hanno quindi confermato di essere favorevoli alla decisione oltre all'Italia, Finlandia, Svezia, Irlanda, Gran Bretagna e Olanda. Contrari sono Francia, Belgio, Austria, Grecia, Portogallo, Lussemburgo e Danimarca. La Germania e la Spagna si sono astenute.
Il presidente del Consiglio Ue, il ministro irlandese Joe Walsa ha dovuto constatare la mancanza di una maggioranza sia a favore che contro il provvedimento di autorizzazione all'importazione di mais transgenico ed ha dovuto rinviare la proposta alla Commissione Ue che l'approverà probabilmente a maggio.
I consumatori ora sono liberi di scegliere prodotti Ogm o meno, tenendo d'occhio l'etichetta sul prodotto che acquistano. "Questo prodotto contiene organismi geneticamente modificati" leggeranno sull'etichetta del prodotto in cui la presenza di materiale transgenico è superiore allo 0,9% per ogni ingrediente presente nell'alimento.
Contraria alla decisione Legambiente che si è rivolta alla Commissione europea affinchè prima di decidere "si tenga conto delle troppe perplessità degli Stati membri".