LE BUGIE SUGLI OGM SNOCCIOLATE A MILANO
(Il corriere della sera, 13 maggio 2004)
Fonte: GreenPlanet.net
Affollatissima la presentazione di «Ogm. Le verità sconosciute di una strategia di conquista». Tamino, Jean Pierre Berlan, Fabrizia Pratesi, Simone Vieri (Inea), Giulia Maria Mozzoni Crespi.
MILANO - Ogm, organismi geneticamente modificati o geneticamente migliorati. Così li hanno denominati le multinazionali.
«E’ la prima menzogna, propaganda studiata a tavolino per rendere meno antipatici questi prodotti. In realtà sono organismi transgenici o chimere genetiche».
Gianni Tamino, biologo dell’università di Padova, e il francese Jean Pierre Berlan, direttore di ricerche agronomiche dell’Inra di Montpellier, stracciano il primo velo.
Tamino prosegue: «In realtà tutti noi siamo Ogm, con geni identici ma diversi nella loro espressione da persona a persona. Una selezione naturale che consente all’uomo di adattarsi sempre all’ambiente. Stessi geni, ma varianti diverse. Gli Ogm creati in laboratorio invece sono chimere transgeniche».
BUGIE - L’elenco delle presunte «bugie» sugli Ogm è lungo e viene snocciolato durante la presentazione del libro, curato da Laura Silici: «Ogm. Le verità sconosciute di una strategia di conquista» (Editori Riuniti, 12 euro).
Le firme sono autorevoli: oltre a Tamino e Berlan, Vandana Shiva (famosa ricercatrice della Foundation for Science, Technology and Ecology dell’India), Charles Benbrook (economista agrario dell’ Academy of Science degli Usa ), Miguel Altieri (agroecologista dell’università della California a Berkeley), Fabrizia Pratesi (coordinatrice del Comitato scientifico Equivita e responsabile campagne Ogm dei Verdi), Grazia Francescato (portavoce della Federazione dei Verdi europei). Solo per citarne alcuni.
Quasi tutti presenti al dibattito presso la libreria Feltrinelli, in via Manzoni a Milano.
Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), è l’ospite di questa iniziativa.
Presenta, interroga, interviene.
L’attenzione del pubblico, ben oltre la capienza della saletta, è massima.
Si snocciolano le false sicurezze divulgate sugli Ogm.
«E’ la soluzione per la fame nel mondo? Se i poveri non hanno i soldi per comprare una ciotola di riso oggi, come faranno a comprarne una Ogm domani?», dice Berlan.
E Fabrizia Pratesi: «La fame nel mondo non dipende da una carenza di produzione, ma da un’economia globale che costringe i Paesi poveri ad esportare la loro agricoltura di sussistenza, e sarebbe destinata ad aumentare con la diffusione degli Ogm. Perché in realtà gli Ogm producono di meno ed inquinano di più.
Se ne stanno accorgendo anche gli americani».
Gli agricoltori indiani Ogm-dipendenti, per esempio, invece di guadagnare ci hanno rimesso migliaia di rupie, ma le multinazionali non li rimborsano e soprattutto, a causa dei brevetti, sono costretti a riacquistare ogni anno i sementi.
BREVETTI - Ecco il punto. I brevetti. «In realtà gli Ogm perderebbero di interesse se non ci fosse la possibilità di brevettarli», dice Simone Vieri, presidente dell’Istituto nazionale di economia agraria e capo Ufficio studi del ministero delle Politiche agrarie e forestali. Il suo intervento riscuote consensi ed è in linea con le idee del ministro Gianni Alemanno, esponente di An ma «simpatico» anche ai Verdi.
Vieri spiega perché l’Italia non può accettare sementi manipolati geneticamente: «La distribuzione nel territorio dei nostri campi non consente di garantire il non inquinamento, il substrato argilloso (unico al mondo) poi trattiene gli Ogm per tempi indeterminati, la stabilità e la non pericolosità di questi prodotti dovrebbe essere valutata a 15 anni di distanza, è difficile liberarsene una volta introdotti».
Incidono nell’ecosistema. L’obiettivo delle multinazionali, con i brevetti sul vivente («Da fare abolire al più presto perché eticamente inaccettabili»), è quello di «controllare non la produzione ma la riproduzione», spiega Barlen.
E’ questo il business.
Altro che petrolio.
COESISTENZA - C’è poi il decreto «congelato»: quello sulla «coesistenza» preparato da Alemanno.
Da dicembre giace presso il consiglio dei ministri. I produttori anti-Ogm sono preoccupati: il via libera a sementi transgenici creerebbe l’inquinamento sufficiente a rendere difficile una produzione pura.
Le etichette per il biologico devono garantire l’assoluta assenza di Ogm, mentre per i prodotti tradizionali la soglia è dello 0,9 per cento. C’è poi il problema dei controlli. Il ministro della Salute Girolamo Sirchia non avrebbe ancora emanato il decreto che fissa le sanzioni per chi è fuori regola e la legge sulle etichette è in vigore dal 18 aprile.
Altra verità da contraddire. Il «golden rice», il riso al betacarotene che dovrebbe risolvere la piaga della malnutrizione, causa di 24 mila morti al giorno e di milioni di bambini ciechi in Asia. La provitamina A, infatti, verrebbe assicurata da questo tipo di riso arricchito dal gene che produce il betacarotene.
Gli scienziati favorevoli dicono che il problema sarebbe risolto con 200 grammi di questo riso al giorno, gli scienziati contrari parlano di un chilo di riso al giorno.
E Berlan ribadisce: «Con quali soldi lo comprano?».
E le piante resistenti a pesticidi ed erbicidi?
«Laddove sono state piantate l’uso degli erbicidi è aumentato e così gli insetti diventano resistenti, mentre le altre piante vengono inquinate», spiega Tamino.
E non è tutto.
Ma per il resto basta leggere il libro.
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Il resoconto di Stefano Carnazzi
Lifegate, 12 maggio 2004
Folla accalcata in due piani di una libreria in centro. Relatori agguerriti. Cronaca di una serata.
Un libro dal titolo un po' lungo, una serata di pioggia, un tema scottante e siglato di diffidenza, gli OGM; un parterre di relatori prestigiosi ma noti presso un pubblico già informato, meno per un lettore comune.
Le premesse erano quelle di una tranquilla presentazione di un libro nella piccola saletta della libreria Feltrinelli di via Manzoni. Sorpresa. I due piani dei locali della libreria si sono colmati di persone, una ressa imprevedibile. Sorpresa. Dagli interventi dei relatori, invitati da Fabrizia Pratesi e Giulia Maria Crespi, scaturiscono applausi.
Jean Pierre Berlan, primo studioso di agronomia in Francia, parla di "chimere genetiche brevettate" che segnano l'assalto finale delle industrie agrochimiche e biotech alla vita.
Gianni Tamino dà una valutazione di tutti i rischi dell'introduzione di OGM nel mondo: per l'ambiente, la salute umana, degli animali, ma anche in termini culturali, sociali, economici. Cioè, di diritti umani e dei democrazia: "il rischio di perdere qualunque di possibilità di controllo sul futuro dell'alimentazione".
Sergio Francardo, autore di I semi del futuro, riflessioni di un medico sui cibi transgenici, ha citato esempi concreti: "La transgenesi non risolve il problema. Prendiamo il golden rice. Quando si somministra beta-carotene di sintesi, studi clinici lo confermano, si cura lo 0% dei casi di eritemi solari. Ma quando prescrivo ai miei pazienti succo di carota biodinamico, il 100% guarisce! E' il complesso di nutrienti che cura: non è con la vitamina A transgenica che risolveremo il problema della malnutrizione, fame nel mondo, della carenza di vitamine...". "E con la diffusione di piante transgeniche - rincara la dose - e con i pollini nell'aria, chi è medico lo sa e si prepara, avremo sempre più allergie, e già oggi vi sono in Italia centinaia di allergici totali, che sono ormai handicappati, il cui sistema immunitario, che è un sistema di riconoscimento, non riconosce più nulla!".
Simone Vieri, Capo Ufficio studi del Ministero delle politiche agricole, ha concluso con un lungo intervento, significativo anche perché ha recato i saluti - e l'orientamento - del ministro dell'Agricoltura, Gianni Alemanno. Doveva essere incentrato su "un bilancio degli OGM nel mondo". E' invece stato una "guida a come impedire che gli OGM arrivino in Italia"! "52 milioni di ettari nel mondo sono coltivati a OGM - ha esordito -. Sono tanti, nel mondo. Ma sono in pochi Paesi. Paesi con sistemi agrari molto diversi dal nostro.
42 milioni sono negli USA: ma lì sono solo il 4% del terreno agricolo complessivo, e per questo, lì, per le ampie distanze, l'agricoltura biologica americana può prevedere la 'tolleranza zero'.
In Cina, che si dice essere 'la nuova frontiera degli OGM': 2 milioni 800mila ettari, lo 0,3% della superficie agricola del Paese. Come se coltivassimo in Italia due o tre orti a transgenico: non ci preoccuperemmo così tanto...
Noi abbiamo un sistema agrario ove gli OGM non sono possibili. Non si può coesistere. La superficie media delle aziende agricole è 5 ettari, vi sono situazioni orografiche e microclimatiche particolari, e, peculiarmente in Europa, abbiamo un terreno molto argilloso: colloidi in cui, è dimostrato da studi, frammenti di DNA si aggrappano e permangono nel tempo!"
Poi Vieri ha comparato la logica delle industrie biotech a quella degli "imperi coloniali", e indicato quali baluardi abbiamo a nostra difesa.
"Come ci si può opporre? Può opporsi solo la politica. Non la scienza. Questa è una tecnologia sviluppata solo dai privati, e gli unici che se ne occupano sono gli scienziati pagati dagli stessi produttori. La politica deve opporsi sanando un conflitto di interessi gravissimo. Inoltre, è esplicita volontà di queste aziende introdurre semi contaminati. Ma in Italia abbiamo un'ottima legge sementiera. Finché ci sarà questa legge, avremo semi non contaminati. Al Ministero facciamo tutti gli anni controlli; e se si trovano semi OGM significa che i controlli funzionano.
Per quanto riguarda la coesistenza (tra OGM e non), il Ministero ha preparato un decreto trasmesso formalmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 12 dicembre 2003. E da allora lì giace..."
Un ultimo spunto, dalla causa intentata al WTO contro l'Europa dagli USA.
"Noi non pretendiamo che gli USA smettano di coltivare OGM. Allo stesso modo loro non dovrebbero obbligarci a importarli".
Un principio di reciprocità.
Insomma, gli OGM: per non essere obbligati a mangiarne, siamo almeno obbligati a informarci...
Articolo originale su http://www.lifegate.it