Il piombo induce il cervello al crimine?
Il piombo induce il cervello al crimine?
venerdì 25 febbraio 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
L’inquinamento da piombo può avere esiti funesti sul cervello dei giovani inducendoli a comportamenti aggressivi e anti-sociali che possono sfociare in crimini violenti. È quanto riferito da un pioniere degli studi sugli effetti del piombo sul cervello umano, Herbert Needleman della University of Pittsburgh School of Medicine, al Meeting Annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) a Washington.
Allarma il fatto che bastano concentrazioni molto basse di piombo, e ben al di sotto dei valori limite consentiti dalle legislazioni nazionali, per produrre danni neurologici importanti, ha dichiarato lo psichiatra. Sulla base del suo ultimo studio presentato in quest’occasione, l’esperto ha azzardato l’inquietante ipotesi che dal 18 al 38 per cento dei crimini commessi in tutta la delinquenza nella contea Allegheny in Pennsylvania, che include Pittsburgh, potrebbe essere addebitato ad avvelenamento da piombo.
Le accuse mosse al piombo come minaccia per la salute umana non sono nuove: risale agli anni ’70 la prima mossa dallo stesso Needleman, che aveva scoperto come basse concentrazioni di piombo nelle ossa dei bambini erano associate a un minor quoziente intellettivo dei piccoli. Recenti sono invece i legami trovati tra piombo e défaillance di memoria, secondo uno studio riportato sull’American Journal of Epidemiology (vedi “Più piombo nelle ossa meno memoria”) e tra esposizione al piombo in gravidanza e rischio schizofrenia nel nascituro (vedi “Piombo e rischio schizofrenia”).
Il piombo è molto diffuso nell’ambiente, prima lo si ritrovava nelle vernici, nella benzina, nelle tubature e in molti materiali da costruzione, ma è tuttora presente come contaminante del suolo. Nel suo ultimo studio Needleman ha dimostrato che quantità di piombo più alte della media si ritrovano nelle ossa di 190 individui condannati per atti criminosi in Pennsylvania. Il piombo, ha concluso l’esperto, è velenoso per il cervello già quando si trova nelle ossa in piccole quantità, rilevabili con la fluorescenza a raggi X ma che non danno sintomi riconoscibili di avvelenamento.
paola mariano
Yahoo Salute