5 Aprile 2005 - La direttiva europea sugli integratori non è trasparente nelle procedure amministrative per l'approvazione di ingredienti da utilizzare nei prodotti. Così cita l'opinione dell'Avvocato Generale nella sua relazione alla Corte Europea, depositata oggi. La decisione finale della Corte è attesa per il mese di giugno, prima che le disposizioni restrittive della direttiva diventino definitive.
L'Avvocato Generale Geelhoed conferma che in principio, una legge europea per gli integratori è utile, ma è molto critico delle procedure introdotte con la recente legislazione. Il suggerimento alla corte:
"La disamina della direttiva 2002/46/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sull'approssimazione della legislazione degli stati membri in relazione agli integratori alimentari mostra che la direttiva infrange il principio di proporzionalità. Principi importanti della legislazione comunitaria, come la necessità di protezione legale, di certezza del diritto e di giusta amministrazione non hanno trovato ascolto. Perciò la direttiva non è valida."
Resta da aspettare il dispositivo finale della Corte, la quale non è obbligata a seguire i suggerimenti dell'Avvocato Generale, ma nella maggior parte delle cause la decisione finale segue le sue indicazioni.
In Italia, il Ministero della salute ha di recente adottato un provvedimento che salva un gran numero di ingredienti già presenti negli integratori, dando deroga fino al 2009 per il loro utilizzo. L'opinione dell'Avvocato Generale conferma la validità di questo passo perché effettivamente riconosce la presenza di seri problemi procedurali da risolvere.
Per maggiori dettagli e per una copia (in inglese) dell'opinione, qui un altro articolo.
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