L'Europa e il futuro degli integratori
Quale sara' l'effetto della direttiva europea sugli integratori alimentari? Integrare la nostra nutrizione sara' piu' difficile? Vediamo che cosa dice l'Europa...
La direttiva sugli integratori alimentari e le altre iniziative europee sulla salute, lasciano aperto il futuro dei prodotti naturali. Oltre a integratori, l'Europa parla di medicinali a base di erbe, i quali da noi sarebbero in vendita nelle sole farmacie, restringendo gli spazi dell'erboristeria tradizionale. Parla anche dei medicinali stessi, che secondo l'ultima revisione delle leggi europee in tema, potrebbero "invadere" non solo il campo dell'erboristeria ma anche quello dell'integrazione alimentare. E l'Europa non vede di buon occhio chi dice che gli elementi nutritivi possono prevenire o curare le malattie. Questo è campo esclusivo del farmaco.
Ma parliamo degli integratori.
Le questioni principali lasciate aperte dalla direttiva europea sono
- gli ingredienti che si potranno utilizzare come fonti di vitamine e minerali; - gli eventuali limiti di dosaggio delle vitamine e dei minerali
Andiamo a vederli punto per punto.
Ingredienti accettati - La direttiva indica, con un elenco fisso, le fonti di vitamine e minerali "permesse", privilegiando quelle sintetiche, già usate nelle formulazioni vitaminiche farmaceutiche. La vitamina E, secondo la direttiva, è solo alfa-tocoferolo. Non sono menzionati tutti gli altri tocoferoli (gamma, beta, ecc.) e neanche i tocotrienoli, che fanno tutti parte della vitamina E naturale. I minerali, secondo la direttiva, vengono accettati nelle forme più semplici: carbonati, fosfati, cloruri e ossidi, generalmente poco biodisponibili. Anche qui mancano le forme più biodisponibili quali chelati, orotati, ascorbati e aspartati.
Per ogni ingrediente vitaminico o minerale non accettato in partenza, la direttiva chiede un dossier farmaceutico prima che venga aggiunto all'elenco, caricando così i produttori di notevoli costi che solo pochissime multinazionali potrebbero affrontare. Il risultato: molte delle forme di vitamine e minerali non saranno più disponibili, perché semplicemente nessuno avr� la possibilità o, nel caso dei grandi produttori, la volontà, di superare questa nuova "barriera di entrata". Per fortuna il ministero della salute ha scelto di dar tempo, permettendo l'uso degli ingredienti già disponibili, fino all'anno 2009.
Il problema degli elenchi e della procedura troppo onerosa per "ripescare" tutti gli ingredienti naturali dimenticati, è adesso al vaglio della Corte Europea. L'azione legale è partita da gruppi di consumatori, naturopati, negozianti e industrie inglesi. La domanda principale alla corte è sulla legittimità o meno di proibire l'uso di sostanze naturali a favore di quelle sintetiche. La corte non ha ancora deciso ma il verdetto è atteso a breve. Si spera che la corte, nella sua decisione annunciata per il 12 luglio p.v. segua l'opinione autorevole dell'avvocato generale Geelhoed. Dopo un esame della causa e di tutte le leggi inerenti, Geelhoed è giunto alla conclusione che la procedura per l'approvazione di eventuali aggiunte all'elenco esclusivo di ingredienti non solo sia troppo onerosa ma che, secondo il suo giudizio, abbia "la trasparenza di una scatola nera".
Dosaggi massimi - La direttiva europea non indica limiti di dosaggio per i singoli nutrienti, ma chiede che ne sia valutata l'innocuità dall'agenzia europea per la sicurezza alimentare. Eventuali limiti si dovranno basare su questa valutazione. Niente da eccepire, se non ci fosse il dubbio che la scienza possa essere applicata in modo restrittivo. Si parla infatti di un'analisi del rischio che seguirebbe le procedure stabilite per le sostanze tossiche quali residui chimici e altre sostanze inquinanti.
Immaginate la scienza delle tossine chimiche applicata alle sostanze nutrienti, che sono di vitale importanza per il nostro organismo. Si rischia veramente di "buttar via il bambino con l'acqua sporca". Le dosi consentite delle vitamine potrebbero diventare insufficienti anche per i più elementari usi protettivi.
In ogni caso, sia la Corte Europea che la stessa direttiva sugli integratori si sono orientate sulla sicurezza per determinare eventuali limiti di dosaggio. La corte di Lussemburgo ha di recente condannato la Germania proprio perché limitava i dosaggi delle vitamine negli integratori in funzione delle RDA, cioè i minimi consigliati per evitare le malattie da carenza. La Commissione, incaricata di rivedere i dosaggi, prende tempo. Ci vorrà almeno un anno ancora, prima che siano fissati dei limiti, e c'è un'accesa discussione scientifica. Così sono certo: avremo dosaggi in linea con le esigenze di salute ottimale, una salute che molti di noi cercano di ottenere facendo uso di generose quantità di antiossidanti e altri elementi preziosi.
Sarà più difficile?
C'è chi per i prodotti naturali prevede un futuro difficile. Non concordo perché pian piano si sta facendo strada la consapevolezza che la migliore prevenzione non viene da farmaci di sintesi ma proprio da quegli elementi naturali che, anche se non sempre in quantità sufficiente, troviamo nell'alimentazione. Integrandoli in quantità sufficienti, siamo in grado di affrontare meglio lo stress e l'inquinamento che ci segue fino agli angoli più nascosti.
Una gran voglia di controllare - Gli osservatori della legislazione internazionale sono d'accordo: c'è lo zampino di 'big pharma' dietro quell'ossessione legislativa che ha "investito" i prodotti naturali e la nutrizione sana. Più usiamo l'integrazione di vitamine e minerali per star bene e per prevenire le malattie, meno guadagna l'industria farmaceutica. Quell'industria, sempre pronta a trattare i sintomi dei nostri malanni, prospera solo quando noi stiamo male. I trattamenti però non sono senza pericoli, lo possiamo leggere ogni giorno sui giornali. Decine di migliaia di morti per gli effetti tossici dei farmaci. Aumento vertiginoso sia delle malattie che dei costi per il sistema sanitario. Non meraviglia perciò che si tenti di arginare la concorrenza naturale con sempre nuovi accorgimenti legislativi.
Nonostante tutta questa voglia esasperata di imbavagliare e ostacolare la nutrizione, c'è ragione di essere ottimisti. La gente non si fa più ingannare con facilità, molti sanno benissimo che per star bene ci vogliono i giusti elementi nutritivi. Così tanti chiedono la libertà di scegliere; non solo quale macchina comprare ma anche come curare la propria salute.
L'attivismo a favore della salute naturale sta diventando un fenomeno mondiale, un'onda che travolgerà chi nella malattia vede solo un business.