Smog: in Italia muoiono 106 persone al giorno
Studio dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'inquinamento
"Nove mesi di vita in meno a causa delle polveri sottili"
Smog, in Italia muoiono 106 persone al giorno
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Ogni cittadino italiano perde, a causa dell'inquinamento dell'aria, 9 mesi di vita. Ogni giorno muoiono, in media, 106 persone. E tutti assieme, come Paese, paghiamo una bolletta sanitaria che arriva a 28 miliardi di euro l'anno per il privilegio di venire avvelenati. I dati vengono dall'Organizzazione mondiale di sanità. Possono apparire brutali nella loro sintesi. E l'idea che una vita umana, un ricovero ospedaliero, una lunga degenza a casa siano traducibili in un dato economico asettico può sembrare riduttiva.
Ma le statistiche hanno un loro peso e una loro chiarezza. Così, dopo uno studio attento, l'Oms ha deciso di utilizzare questo strumento per fotografare la situazione prodotta dalle polveri sottili, le cosiddette Pm 10, le particelle con un diametro inferiore ai 10 millesimi di millimetro, abbastanza piccole da infiltrarsi negli alveoli polmonari trascinando metalli pesanti e altre sostanze tossiche e cancerogene.
L'immagine scattata dall'Organizzazione mondiale di sanità ha un significato drammatico su scala europea, ma la zoommata sull'Italia mostra un ulteriore peggioramento del quadro: ai cittadini della Ue l'inquinamento costa 8,6 mesi di vita, agli italiani 9 mesi. Lo studio presentato ieri offre comunque una speranza che viene da Bruxelles.
Applicando la direttiva europea che stabilisce valori limite per le polveri sottili pari a 40 microgrammi per metro cubo come media annua, ogni cittadino europeo guadagnerà, in media, 3,2 mesi di vita (3,4 mesi se è un italiano). Da oggi al 2020, si eviteranno 80 mila morti premature, di cui 12 mila (su un totale di 39 mila vittime da smog) in Italia.
In altre parole da qui al 2020 l'inquinamento dell'aria potrebbe uccidere ogni giorno 106 persone. Abbiamo però la possibilità di salvarne 33. Basterebbe applicare la legge. Ma nel febbraio scorso, quando i Comuni hanno bussato alla porta del governo per chiedere i fondi necessari a ridurre la nuvola di polveri sottili emanata da automobili, motorini e vecchi autobus, si sono sentiti dire che le casse erano vuote: il ministero dell'Ambiente aveva a disposizione 100 milioni di euro, appena sufficienti per fare 800 metri di metropolitana.
E la proposta di un intervento sulle accise della benzina per recuperare i fondi necessari a rilanciare il trasporto pubblico si è risolta in un nulla di fatto.
In questa situazione non è difficile prevedere cosa succederà nei prossimi mesi, appena un periodo di alta pressione schiaccerà nei nostri polmoni la nuvola di veleno lasciando gli abitanti delle città inermi di fronte all'inquinamento.
E infatti sono già partite le prime proteste. "Per quattro anni il governo Berlusconi non ha mosso un dito per risolvere i problemi della mobilità", accusa la senatrice verde Anna Donati, "e ora ha definitivamente derubricato il tema dall'agenda politica destinando al trasporto urbano solo il 6 per cento degli investimenti approvati dal Cipe".
"I dati prodotti dall'Oms parlano chiaro", aggiunge Ermete Realacci, deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente. "E a questo punto il governo si deve assumere la responsabilità piena della sua inerzia: migliaia di vite possono essere salvate applicando tecniche sperimentate con successo come l'ingresso a pagamento nelle aree centrali e la moltiplicazione delle corsie protette per autobus e bici".
(23 giugno 2005)
Comments
14.07.05 16:15 | Posted by: stefano
Perch� oltre che pensare all'inquinamento in strada nessuno pensa all'inquinamento nei grandi aeroporti? io lavoro in aeroporto su pista, insieme a centinaia di persone e devo dire che l'aria l� � dieci volte peggio del centro di una grande citt� piena di macchine. Chi ci salva a noi?