La rivolta degli omeopati contro la direttiva EU
Pronta la bozza che recepirà una direttiva Ue, ma secondo gli addetti la formulazione italiana è punitiva
"I nostri farmaci saranno fuorilegge"
Arriva la rivolta degli omeopati
ROMA - Per adesso è soltanto una bozza ma l'allarme è già alto. Parliamo di omeopatia, di antroposofia e di medicine non convenzionali. Un settore che riguarda oltre nove milioni di italiani, un giro d'affari di trecento milioni di euro l'anno, più un esercito di medici che dopo lunghi studi si sono convertiti alle teorie di Samuel Hannemann e sono seguiti fedelmente da schiere di pazienti.
Al ministero della Salute è pronto infatti il decreto di recepimento della direttiva europea 2001/83, che elenca le norme a cui ogni stato deve sottoporre l'uso, il consumo, la produzione e la sperimentazione dei farmaci. Ogni paese della Ue ha poi la facoltà di interpretare in modo più o meno restrittivo la direttiva europea. Ed è quello che sta accadendo in Italia per i farmaci omeopatici, per i quali la bozza del decreto prevede fortissime limitazioni.
La denuncia arriva da Giancarlo Buccheri, presidente della società italiana di medicina antroposofica (metodo che deriva dalle teorie di Rudolf Steiner e che utilizza, anche, farmaci omeopatici). "Siamo di fronte ad un rischio gravissimo. Il decreto infatti impone che per poter essere utilizzati e commercializzati i medicinali omeopatici vengano sottoposti alle stesse sperimentazioni dei farmaci allopatici, ma è noto che si tratta di sostanze che funzionano in modo completamente diverso, che hanno una quantità di principio attivo non paragonabile agli altri farmaci, che agiscono basandosi su criteri di altissima diluizione e addirittura di "memoria" dell'acqua. Senza contare che i rimedi agiscono ad personam e non possono avere indicazioni generali. Tutto questo vuol dire - avverte Buccheri - che se il decreto non verrà cambiato, dopo il 2008, quando le norme entreranno in vigore, il 60% dei farmaci omeopatici in Italia finirà fuori legge".
In effetti il decreto, che dopo una nuova revisione dovrà essere firmato dal ministro della Sanità e poi approvato dal Parlamento, prevede che in futuro si potranno vendere liberamente soltanto i farmaci ad alta diluizione (la cui innocuità è provata), mentre le sostanze dove il principio attivo è più forte, e che si avvicinano cioè ai farmaci tradizionali, dovranno avere le stesse caratteristiche di sperimentazione, foglietto, illustrativo e indicazione terapeutica delle medicine allopatiche. In più, tutti i rimedi omeopatici iniettabili, dalle fiale ai colliri, dovranno sottostare a queste regole.
"E' un decreto che va contro i cittadini - aggiunge Alessandro Pizzoccaro, dell'Anipro, Associazione produttori e importatori di medicinali omeopatici - e l'unico apprezzamento che va al ministero è quello di averci fatto comunque conoscere la bozza. Ma l'Italia vuole recepire in senso restrittivo una norma europea assai più liberale e che infatti in Inghilterra è diventata fortemente difensiva dell'omeopatia. Noi scontiamo un pregiudizio culturale, ma così verranno danneggiati milioni di pazienti e migliaia di medici".
(m. n. d. l)
(19 settembre 2005)
Fonte: "La Repubblica"