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L’America tira il freno: mai più psicofarmaci ai bambini

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L’America tira il freno: mai più psicofarmaci ai bambini
EUGENIO OCCORSIO

La notizia è arrivata sui tavoli delle redazioni in modo indiretto, e perciò ancora più inquietante: le aziende farmaceutiche americane hanno annunciato di aver subito un brusco calo delle vendite il 20 per cento dei farmaci antidepressivi per uso pediatrico. Il motivo sta in una serie di studi allarmanti, finanziati con denari pubblici e perciò indipendenti, che hanno sovvertito quanto precedentemte acquisito da altre ricerche, pagate però dalle aziende stesse: gli antidepressivi per i bambini, è venuto fuori adesso, non sono indicati, anzi in qualche caso è provato che hanno indotto "comportamenti suicidi". Anche se non sono arrivati a togliersi la vita, i bambini da 7 a 12 anni hanno sorprendentemente e preoccupantemente cominciato a fare "strani" discorsi che a quello potevano far pensare. La vera notizia non è però questa, o non solo questa: è che in America veniva comunemente accettato il fatto che ai bambini si dessero gli antidepressivi. In Europa la situazione è fortunatamente del tutto diversa, e in Italia è scritto chiaramente in tutti i foglietti illustrativi: tenere alla larga dai bambini minori di 12 anni.

Ma perché in America è scoppiata questa follia? Probabilmente, oltre al potere di convincimento delle industrie farmaceutiche, è stata decisiva la differenza del canale distributivo. Per i farmaci da prescrizione, quali sono chiaramente gli antidepressivi, il medico prepara un foglietto che il paziente consegna al farmacista. Quest’ultimo lo legge e prepara seduta stante una boccetta con il numero esatto delle pillole prescritte, e conclude attaccandoci un postit con le istruzioni per la somministrazione. Non esiste, in pratica, il foglietto illustrativo, ogni farmaco è strettamente personalizzato e perciò il potere dei medici è ancora maggiore, mentre viene azzerata la possibilità di rendersi contro delle controindicazioni. «E poi c’è il fatto che, indipendentemente dall’età, quando si prescrive un antidepressivo bisogna anche impostare un’analisi profonda, il che in America avviene sempre meno perché le assicurazioni hanno tirato il freno su quest’ultima pratica, dicendo che è costosa e troppo lunga», ricorda l’analista Luisa Della Porta. Insomma, il farmaco senza la psicoterapia a volte è inutile perché non riesce a vincere del tutto la malattia, che in casi del tutto eccezionali può arrivare alle più disastrose conseguenze. E questo vale per la depressione di qualsiasi origine: dai motivi genetici fino all’abuso di cocaina, di cui la depressione è oltre agli infarti, gli ictus, i deficit mentali, i comportamenti paranoidi e altre piacevolezze uno degli sbocchi più tipici, ed è un altro paradosso per una sostanza nata per "dare la felicità.
Torniamo al caso Americabambini. Alla Ely Lilly, produttrice del Prozac, padre di tutti gli antidepressivi (anno di nascita 1986, 54 milioni di pazienti trattati in tutto il mondo di cui 12 milioni in America), ricordano che non hanno mai pubblicizzato il proprio farmaco per uso pediatrico (perché un’altra differenza con l’Italia è che in America è ammessa la pubblicità per i medicinali). L’azienda non lo ha fatto neanche quando, due anni fa, la Food and Drug Administration le chiese, visto che stava diffondendosi l’uso di dare il Prozac ai bambini, di condurre studi più approfonditi. Concluse che non c’erano controindicazioni, ma qualche mese dopo è stata smentita da altri studi che la Fda ha condotto direttamente. Infine, è arrivato il warning: attenzione perché può essere pericoloso per i pazienti più piccoli.

Fonte: La Repubblica



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