PSICHIATRIA E ARTISTI
Sebbene non esista alcuna prova scientifica del connubio follia-creatività, in psichiatria molte sfumature o capacità artistiche sono state definite con il termine "nevrosi". Questa teoria pone gli artisti in una condizione di possibili diagnosi e conseguenti trattamenti, come mostrano le storie di alcuni personaggi famosi.
Ernest Hemingway, premio nobel per la letteratura, personaggio affascinante e geniale, dopo aver ricevuto venti elettroshock confessò: "Che senso ha rovinare la mente e cancellare la memoria? Queste cose costituiscono il mio capitale e senza di esse sono disoccupato. E' stata un'ottima cura, ma abbiamo perso il paziente..."
Pochi giorni dopo si suicidò.
Marilyn Monroe fu sottoposta a trattamenti che avrebbero dovuto guarirla. Prima di ricevli fece 23 film in appena 7 anni, dopo solo 6 in ben 7 anni.
Persino Kurt Cobain, frontman dei Nirvana, subì la medesima sorte, questa volta vittima del Ritalin, che assunse fin dalla giovane età, dopo essere stato diagnosticato iperattivo. Nonostante si pubblicizzi tanto che questo "farmaco" aiuti nello studio, Cobain continuò a essere un cattivo studente e poi abbandonò il liceo. Alla fine si iscrisse a un centro di recupero per dipendenti da psicofarmaci e 36 ore dopo, sentendosi scoraggiato, si tolse la vita.
La lista potrebbe andare avanti e anche politici del calibro di John Kennedy subirono simili trattamenti. Per ricordare alcuni dei personaggi più noti, citiamo: Billie Holiday, Stevie Nicks, Vivien Leigh, Brian Wilson, Bud Powell, Charlie Parker, Judy Garland, Del Shannon, Don Simpson, Elliot Smith, Eric Douglas, Frances Farmer, Michael Hutchence, Peter Green, Phil Hartman, Robert Walker.
Tutti quanti, attraverso le loro stesse vicissitudini, sono una testimonianza.
Davis Fiore