Hamer e la giustizia Savoia
Rilasciato dalla giustizia francese il medico scopritore delle leggi del cancro
Il dottor Hamer, conosciuto per le sue ‘leggi ferree del cancro’, dopo essere stato condannato in contumacia dalla corte di Chambery-Savoie ed estradato dalla Spagna per finire nelle carceri francesi, dopo un anno e mezzo è tornato libero. Ora è nella sua residenza ad Alhaurin el Grande, in Spagna. Il suo crimine? Aver diffuso le sue scoperte mediche attraverso un libro e, chiaramente, in opposizione alla medicina ufficiale.
Ryke Geerd Hamer è il padre di Dirk Hamer, il giovane tedesco ucciso all’isola di Cavallo a colpo di fucile da Vittorio Emanuele di Savoia, in un incidente mai del tutto chiarito. Un seguito personale di cancro testicolare portò Hamer alla scoperta di un fattore scatenante dei tumori mai sospettato dalla medicina ufficiale. Cominciò a documentare, con immagini tomografiche del cervello dei suoi pazienti, il meccanismo che porta alle malattie tumorali e scrisse un libro: “Testamento per una Nuova Medicina”. Chiaramente non gli fu concesso spazio dalla medicina ufficiale, che invece fece tutto il possibile per ostacolare la diffusione della scoperta eretica.
Secondo Hamer, sarebbe inutile e dannosa la chemioterapia. Basterebbero interventi gentili per portare alla risoluzione del trauma all’origine della malattia e per aiutare l’organismo a portare a compimento il processo inescato per poi tornare in salute. Apriti cielo! Ciarlatano! Niente chemio? Niente radiazioni? Bisturi vietato? Immaginate le reazioni indignate dei guardiani dell’ortodossia medica.
Il caso, comunque, ebbe inizio in Francia, proprio a Chambery, la storica sede del ducato di Savoia. Nel gennaio del 2000 il tribunale di Chambery-Savoie condannò Hamer, che non aveva mai messo piede in Francia, e senza che questi abbia avuto la possibilità di difendersi, a nove mesi di carcere. Nel 2004, la Corte di Cassazione di Chambery aumentò la pena a tre anni, con un procedimento che violava il diritto più elementare di giustizia - quello che permette all’accusato di vedere in faccia i suoi accusatori. Anche dopo l’arresto in Spagna e l’estradizione alle carceri francesi, nessuna udienza sulla sostanza della causa che lo aveva sempre lasciato perplesso. Invece ci furono vari tentativi di ‘offrire’ a Hamer le consulenze, e presumibilmente le medicine, dello psichiatra di turno, naturalmente respinte dal dottore.
La natura inquisitoria del caso viene sottolineata da vari tentativi di offrire ad Hamer la libertà, se solo firmasse una dichiarazione negando la validità della sua scoperta scientifica e promettendo di non divulgare più la sua “nuova medicina”. Hamer si rifiutò.
Il trattamento di Hamer nelle mani della giustizia francese sollevò un gran polverone di proteste e lettere ai politici francesi. Arrivarono missive da tutte le parti del mondo, Italia compresa. Finalmente, nel febbraio del 2006, dopo quasi un anno e mezzo di carcere sofferto, e senza spiegazioni di sorta, Hamer viene mandato a casa. Una vittoria per la scienza, ma anche una macchia pesante per la giustizia francese, che si prestò allo sporco gioco di una persecuzione dal profumo quasi medioevale.
Sepp Hasslberger
Per maggiori informazioni su Hamer:
http://www.nuovamedicina.com/
Comments
13.09.06 13:09 | Posted by: aurora
visto le dichiarazioni del principe di questi giorni, forse la verità è ancora da scoprire
22.07.06 05:06 | Posted by: giubra63
quante falsita' in questo articolo!!!!!!
Vittorio Emanuele di Savoia e' stato riconosciuto INNOCENTE dalla Giustizia francese ( con la G maiuscola) anche perche' la pallottola che colpi' Hammer ( che faceva parte di una combriccola di ubriaconi che avevano rubato il canotto a Vitt.Em.)era di una pistola ed il Principe aeva un fucile da caccia. prima di scrivere contro qualcuno informatevi, oppure dato che vie' antipato lo farete responsabile di tutti i mali del mondo??!!
22.07.06 01:17 | Posted by: lorenzo
se veramente questo è il portale della corretta informazione:
Agosto 1978. Era un periodo poco tranquillo sia per l’Italia che per i Savoia. All’epoca dell’incidente, SAR Emanuele Filiberto aveva già subito due tentativi di sequestro; le brigate rosse imperversavano e, in quei giorni di aprile si erano verificate delle evasioni dal carcere còrso della Legione Straniera. Davanti alla casa del Principe, ancorarono tre yacht, guidati da un gruppo di balordi: i tre yacht vennero posizionati in modo da non permettere a quello del Principe di uscire e inoltre, alcuni personaggi di questo gruppo salirono a bordo dello Zodiac, che il Principe aveva appena regalato a suo figlio. Una volta a bordo, i delinquenti fecero uso di alcool e cibo. Preoccupato, SAR Vittorio Emanuele decise di andare a recuperare lo Zodiac e, vista la situazione di pericolo, di prendere con sé un fucile da caccia. Ma come cercò di sciogliere la cima, venne affrontato e minacciato da uno dei balordi e ne nacque una colluttazione durante la quale partirono due colpi dal fucile, sparati in aria.
Quando tornò a terra, il Principe venne informato della presenza di uno yacht nelle vicinanze con a bordo un giovane ferito. Il Principe chiamò subito la Gendarmeria locale e dalle indagini risultò che accanto al corpo del ragazzo c’era una pistola ancora calda , come affermano i tre Gendarmi incaricati dei sopralluoghi. Di questa pistola, non venne più trovata traccia. Numerosi testimoni vicini al luogo dell’incidente, affermarono di aver udito più di due colpi d’arma da fuoco.
Giova ricordare che lo yacht dove si trovava il ragazzo ferito, era a una distanza piuttosto grande dal luogo dell’incidente, e tale che il proiettile, per colpirlo dal luogo della colluttazione, avrebbe dovuto compiere una traiettoria inverosimile. Dagli esami balistici e dalle indagini emerge quanto segue:
1) La carabina del Principe ha sparato pallottole blindate, ovvero del tipo che non va in frantumi quando raggiunge il bersaglio.
2) La pallottola che colpì il ragazzo era invece spezzata in schegge
3) La traiettoria del proiettile, per colpire il ragazzo, avrebbe dovuto seguire un grande cerchio per poi andare a colpire e trapassare la stiva dentro la quale dormiva Dirk Hamer. Venne definita dagli esperti una traiettoria balisticamente incredibile. Anche a seguito delle deposizioni dei testimoni che provarono quanto i due colpi fossero stati esplosi in aria. vedi schema
4) Poiché la barca in questione non venne più ritrovata, venne riprodotta una fiancata uguale tramite la casa produttrice con gli stessi materiali onde eseguire le prove balistiche. Si appurò con totale certezza che il tipo di proiettile sparato dal Principe non andava in frantumi.
5) Sulla barca di Hamer, c’era, come affermarono i tre Gendarmi incaricati del sopralluogo, una pistola ancora calda dalla quale mancavano due colpi
6) Si stabilì, grazie alle deposizioni del Dottor Hollander e altri periti medici, che comunque, senza ombra di dubbio, non fu il ferimento la causa della morte di Dirk Hamer, ma l’intempestività e l’erroneità delle cure.