Integratori di Vitamine: Sana prospettiva
Nonostante il crescente uso degli integratori vitaminici in Italia, la sensazione di molti consumatori e rivenditori è che la recente direttiva europea minacci di rimuovere dal mercato molti dei prodotti che contengono più dei dosaggi minimi raccomandati per le singole vitamine. “Non è vero”, aveva detto una volta il dottor Basil Mathioudakis, durante l’era di discussioni prima dell’approvazione della direttiva sugli integratori: “Non rimuoveremo nessun prodotto dal mercato”.
A quei tempi eravamo scettici e, con il testo della direttiva alla mano, gridavamo “l’Europa ci vuole togliere l’accesso ai prodotti nutritivi.” In effetti, l’elenco delle sostanze permesse come fonti di vitamine e minerali ignorava un gran numero - più di 300 secondo alcune fonti - di forme vitaminiche e soprattutto di minerali. Un’altro macigno era la disposizione, contenuta nella direttiva, che la Commissione Europea doveva occuparsi dei livelli massimi di vitamine e minerali, oltre ai quali non si poteva andare. Ma dall’approvazione della direttiva europea, di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti, senza che il grande disastro per la nutrizione si avverasse.
Allora che cos’è successo?
Dall’anno 2002, che vedeva l’approvazione della direttiva europea, siamo passati al 2006, senza che vedessimo cambiamenti incisivi per il mercato degli integratori. L’Italia, come del resto molti altri paesi europei, tollera quel che c’è. Le ragioni per questa tolleranza, secondo noi, sono molteplici:
Per prima cosa, c’erano le assicurazioni di Mathioudakis e del Commissario europeo, l’irlandese David Byrne, il quale in un messaggio ai consumatori sottolineò che “gli interessi dei consumatori sono stati tenuti nella massima considerazione” aggiungendo di ritenere che sia “nel vostro diritto potere accedere a un’ampia scelta di integratori alimentari sicuri e muniti di un’etichetta adeguata, da acquistare se desiderate farlo.”
Poi è intervenuta una causa legale della Commissione europea contro la Germania, dove i dosaggi di vitamine negli integratori erano limitati in funzione alle raccomandazioni giornaliere. La Corte europea, nella sua decisione C-387/99 del 29 Aprile 2004 ha dato torto alla Germania, ordinando che cessi di limitare i dosaggi degli integratori in funzione delle quantità raccomandate o RDA. Purtroppo l’Italia, nel decreto legislativo che converte la direttiva europea in legge nazionale, non ne ha tenuto conto, forse perché la decisione della corte era ancora nuova di zecca.
Il decreto italiano infatti fa riferimento alle regole precedenti, secondo le quali le vitamine negli integratori sarebbero da limitare in funzione alle raccomandazioni RDA. E’ ora di rivedere queste regole restrittive e di ‘liberalizzare’ la nutrizione in Italia. Perché prevenire la prevenzione?
Nel 2005, un’altra causa contro la direttiva europea viene decisa dalla Corte europea. La causa parte dall’ANH, Alliance for Natural Health, la quale chiede di rivedere la direttiva perché troppo restrittiva. In una decisione che, a sorpresa, disattende il parere dell’avvocato generale, la Corte conferma la validità della direttiva, ma con qualche importante distinguo. Per esempio, la Corte dice in riferimento alla procedura di aggiunta di nuove fonti di vitamine e minerali agli elenchi della direttiva:
“Tale procedura deve essere accessibile, nel senso che deve essere espressamente menzionata in un atto di portata generale che vincoli le autorità interessate. Essa deve potersi concludere in termini ragionevoli. Una domanda mirante ad ottenere l’iscrizione di una sostanza sull’elenco delle sostanze autorizzate può essere respinta dalle autorità competenti soltanto sulla base di una valutazione approfondita del rischio che il suo utilizzo rappresenti per la salute delle persone, valutazione basata sui più affidabili dati scientifici disponibili e sui risultati più recenti della ricerca internazionale. Se la procedura sfocia in una decisione di diniego, questa deve poter formare oggetto di un ricorso esperibile in via giurisdizionale...”
In ogni caso, l’Italia ha concesso deroga per le sostanze vitaminiche e minerali negli integratori. Quelle già sul mercato nel 2002 infatti, sono state “accettate con riserva” e possono stare sul mercato fino al dicembre del 2009, a meno che non venga espresso, prima di quella data, un parere negativo dall’autorità europea per la sicurezza degli alimenti.
Questione di dosaggio?
Possiamo perciò stare abbastanza tranquilli per le fonti di vitamine e minerali, almeno per qualche anno. Però la questione dei dosaggi massimi è ancora incombente.
Secondo la direttiva, le quantità massime verranno fissate dalla Commissione europea in una procedura chiamata “comitologia”. Questo significa che, dopo aver ascoltato gli esperti, la Commissione consulterà dei comitati interni all’amministrazione e deciderà sul dafarsi.
Siamo ancora nella prima fase, la discussione degli esperti. E qui si è aperto un nuovo fronte. E’ sceso in campo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Salute, formando un gruppo di esperti per decidere come valutare la sicurezza degli integratori. L’ANH inglese ha detto la sua: “La valutazione deve tener conto non solo dei pericoli, peraltro minimi, ma deve valutare anche l’utilità delle vitamine nella prevenzione.” I tedeschi sono contrari. L’istituto federale per la valutazione dei rischi ha proposto una sua valutazione ... estremamente restrittiva, che non tiene conto dell’uso preventivo dei nutrienti. Come andrà a finire, ancora non si sa, ma la direttiva è chiara su un punto: eventuali limiti di dosaggio dovranno essere fissati in relazione alla sicurezza, non secondo le quantità minime raccomandate.
La sicurezza di chi?
Ovviamente quella dei consumatori, direte. Ma non è mica vero. Se dovessimo scegliere di intervenire per proteggere i consumatori, e vedessimo che ogni anno ci sono decine di migliaia di morti per reazioni avverse ai farmaci e zero morti per consumo di vitamine, non crediamo che la scelta sarebbe difficile. Certamente lasceremmo stare le vitamine e con altrettanta certezza interverremmo per assicurare la sicurezza dei farmaci.
Eppure è questa la situazione! Le vitamine si trovano nel mirino del legislatore, nonostante il fatto che siano il mezzo di prevenzione per eccellenza. Si parla della sicurezza degli integratori, a prescindere che già oggi gli integratori sono quanto di più sicuro si possa acquistare - di gran lunga più sicuri degli alimenti comuni, e lontani anni luce dalla pericolosità dei farmaci.
Responsabilità dei cittadini per la salute - Livia Turco, ministro della salute del governo Prodi, nel suo piano per la sanità, dice che “la produzione del benessere e della salute è il principale baricentro delle nostre politiche”, aggiungendo che la prevenzione è di grande importanza. Il neo ministro parla adddirittura di “una sorta di dovere di non ammalarsi, inteso come assunzione piena di responsabilità di tutti gli attori per evitare le patologie evitabili con stili di vita salubri e azioni di prevenzione efficaci.”
Già, azioni di prevenzione efficaci. Non esiste azione di prevenzione più efficace di uno stile di vita salubre e di un’alimentazione che fornisca tutti gli elementi nutritivi vitali compreso vitamine e minerali, in quantità che consentono di far fronte ai bisogni individuali di ogni cittadino. Finché non riusciamo ad eliminare i fattori ambientali che aumentano questi fabbisogni, e finché non possiamo tutti avere quella mitica completa e sana alimentazione che soddisfa tutti i bisogni, dovremo far affidamento a quella aggiunta di elementi nutritivi che solo gli integratori alimentari ci offrono.
Per questo siamo ottimisti. Crediamo che non ci saranno ribaltoni nel senso di limitare una fonte di nutrienti alla quale si rivolgono sempre più cittadini. Sarebbe un controsenso eliminare uno strumento efficace e perlopiù estremamente sicuro che permette a tutti di attivarsi personalmente per la prevenzione delle malattie.