Psicofarmaci oggi - Lettera di un cittadino preoccupato
Caro Direttore,
esprimendo la mia opinione sul dilagare di farmaci e di psicofarmaci negli adulti e nei bambini in particolare, capita a volte, anche da parte di personaggi istituzionali, che mi si rivolga la fatidica domanda: ”Ma lei è medico?”.
No, non sono medico, ma con amarezza, è forse proprio per questo che ho qualcosa da dire in merito.
Infatti se da una parte non mi sfiora l’idea di criticare i costruttori di computers, né sollevo obiezioni alla legge di Ohm o al II° principio della termodinamica, 10 milioni di bambini statunitensi cui son prescritti psicofarmaci, mere droghe legali, mi lasciano perplesso, tenuto conto che quelle stesse lobby del farmaco han cominciato a suonare la loro canzone di morte in Italia e in Europa.
Come diceva un amico: un esperto è colui che ottiene risultati regolarmente. Per un vero professionista questi parlano per lui. E qualora, per ignoranza, pregiudizio o interesse, insorgano critiche, prima o poi cedono di fronte all’evidenza. Questo è stato il cammino delle scienze negli ultimi secoli, prima che divenissero parte di quello status quo che avevano combattuto alle origini.
Nel campo della psicologia e della psichiatria i risultati sono pochi, discutibili e casuali. Per loro stessa ammissione non conoscono le cause di quei comportamenti detti malattie mentali, che ormai coprono qualsiasi situazione umana; avanzano ipotesi, mai dimostrate, spacciadole per clamorose scoperte; catalogano sintomi definendoli malattie oltre il limite del ridicolo senza alcuna prova oggettiva di laboratorio, fanno diagnosi basandosi su test soggettivi., i rimedi proposti sono più utili in operazioni illegali e alle dittature che alla cura del “paziente”, che in primis non è tale. Ben lungi dall’essere scienze, psichiatria e psicologia sono un pasticcio semantico. Colui che dice: “ ma lei è un medico?” dunque non sta ponendo un problema di competenza, ma una questione di potere, cioè un problema politico. Si vuole zittire l’avversario per difendere un sistema di casta che produce enormi fatturati.
Le case farmaceutiche stanziano ingenti somme nella ricerca di nuovi prodotti e vogliono giustamente un ritorno. Purtroppo spesso qui s’innesca un meccanismo corrotto. Per avere il benestare alla vendita, devono produrre una letteratura “scientifica” a sostegno della bontà del ritrovato. Perché tante vittime allora a causa degli effetti dannosi dei medesimi? Perché gli “esperti” che firmano questi studi e in particolare gli estensori del DSM, manuale di “malattie” psichiatriche, sono sul libro paga delle stesse case farmaceutiche. Inoltre di norma sono anche esponenti di quel mondo accademico che riproduce altri “esperti”, esercitando un controllo sugli studenti, che passano l’esame solo ripetendo quello che il prof vuole. Si crea così un sistema autoreferenziato di falsa scienza, in cui giudice e indagato hanno gli stessi interessi.
È quasi del tutto inutile aspettarsi dai membri di questa casta una visione critica delle cose. Le idee autogiustificative assimilate ne offuscano la capacità di giudizio e ne risulta minacciata la loro posizione sociale. Da qui gli attacchi di costoro e dei mass media, spesso celati e indiretti, a chi dissente.
Il cittadino essendone spesso una vittima, non solo può ma deve denunciare l’ arbitrio e sensibilizzare gli organi istituzionali perché facciano chiarezza tramite studi indipendenti sulla reale bontà delle teorie e cure proposte.
Vorrei ricordare qui la nostra Costituzione, che si commentano da soli:
Art 1:” … la sovranità appartiene al popolo.”
Art 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale.”
Art 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Art 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.”
Art 33: “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.”
Art 23: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo.”
Art 44: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”
Carlo Cantalupi, cittadino.