Stevia: la soluzione a tutti i problemi
Da anni si parla di Stevia Rebaudiana, una piantina originaria del Paraguay con un effetto dolcificante pari a 300 volte lo zucchero. Si gridava a gran voce in rete che la Stevia fosse adatta anche ai diabetici, che non intaccasse i denti, che non alzasse l’indice glicemico e addirittura che avesse ZERO calorie. Come si fa ad ignorare una pianta con tutti questi benefici?
Come spesso accade, l’industria e lo stato utilizzano come scusante la vecchia frase propagandistica: “Non esistono abbastanza studi a riguardo”
La Stevia viene utilizzata da decenni come additivo alimentare in Cina, Giappone, Brasile e altri 9 paesi senza alcun effetto collaterale.
Finalmente, zitti zitti, buoni buoni, la FAO insieme all’OMS e alla Commissione di esperti sugli additivi alimentari, hanno pubblicato nel dicembre 2006, una valutazione sulla sicurezza degli additivi alimentari; all’interno di essa ci sono dati molto importanti riguardanti questa piccola pianta.
Nel primo studio clinico randomizzato in doppio-cieco, controllato con placebo realizzato su 106 pazienti (donne e uomini tra i 28 e i 75 anni), ai quali sono stati somministrati 750 mg di stevia totali al dì, i pazienti vennero visitati mensilmente per un anno. Dopo 3 mesi è stato osservato un abbassamento notevole della pressione sistolica e diastolica nei pazienti che assumevano la stevia (60), l’effetto è durato per l’intero anno osservato, mentre i pazienti trattati con il placebo (46) non hanno mostrato nessun cambiamento significativo.
Lo stesso risultato si è avuto con un secondo studio effettuato su 174 pazienti usando dosaggi giornalieri di 1500 mg ottenendo un abbassamento della pressione in tempi ancora minori.
Nel 2004 hanno effettuato uno studio incrociato con 12 pazienti affetti da diabete tipo 2, ad alcuni somministrando 1 g di stevia e ad altri 1 g di amido di mais. Sono state effettuate le analisi del sangue 30 minuti prima e 240 minuti dopo un pasto ricco di carboidrati dimostrando che lo Stevioside riduce del 18% il glucosio nel sangue e aumenta l’indice insulinico in media del 40%. Anche in questo studio non si sono dimostrati effetti collaterali o ipoglicemici.
Questo ed altro è scritto nel documento ufficiale della FAO che potete scaricare sul nostro sito all’indirizzo:
http://tinyurl.com/289qfe
Considerando che gli studi sono stati fatti con dosaggi di gran lunga superiori a quelli usati per dolcificare, forse è il momento che ci lascino la possibilità di scegliere un dolcificante naturale ed innocuo come la stevia in alternativa ad altri dolcificanti altamente tossici (c’è bisogno di fare nomi?!).
Amanda Adams