Influenza A. Gli interrogativi emersi dalle indagini sul decesso di Messina
MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2009 22:32
Xigris, uno dei farmaci finiti sotto inchiesta
di Maria Melania Barone
Fonte: http://www.dazebao.org/
E' il primo caso di morte a causa dell'influenza A/h1n1 che terrorizza l'Italia? Dalle indagini della procura avviate dal Sostituto procuratore Adriana Sciglio emergono un lungo elenco di punti interrogativi.
MESSINA - L'avviso di garanzia per ciascuno dei venti medici dell'ospedale Papardo di Messina, che avevano avuto in cura Giovanna Russo, deceduta nei giorni scorsi, si presta ad alcune considerazioni sulla natura dell'influenza A.
I conti che non tornano
Gli esperti riferiscono che i sintomi dell'influenza suina sono comuni sintomi influenzali e durano circa 4-5 giorni. Dopo 9 giorni dal ricovero, la Giovanna Russo risultava negativa al virus contrariamente al primo tampone che le fu fatto al momento del ricovero, il 30 Agosto. Dunque da qui sorge il dubbio se l'infezione ai polmoni che presentava la Russo al momento del ricovero sia peggiorata negli ultimi giorni sia stata l'origine del suo calvario.
Il mistero del contagio
E' un mistero come Giovanna possa aver contratto il virus poiché, come spiega la sorella-medico, la donna non era stata all'estero bensì alle isole Eolie. Solo alcuni parenti erano stati in Inghilterra, ma son tornati senza accusare alcun problema. La direzione sanitaria del Papardo, ha spiegato che la donna "era giunta in ospedale con un grave quadro di insufficienza respiratoria per estesi addensamenti polmonari bilaterali". Ma i medici nutrivano una forte speranza nel rianimarla in quanto le avevano somministrato un farmaco con proteina C attivata, cinque giorni prima del decesso. Questo farmaco è considerato il più potente antinfiammatorio in circolazione, al punto da essere definito "lo spazzino degli alveoli"ed è di uso esclusivamente ospedaliero.
Esistono due tipi di proteina C in commercio: quella concentrata (Ceprotin), ottenuta da plasma umano purificato per mezzo di anticorpi monoclonali murini e la proteina C attivata ricombinante drotrecogina alfa (Xigris), un analogo della proteina C nativa.
Il Ceprotin è prodotto dalla Baxter, l'azienda che produrrà i vaccini contro l'influenza A mentre lo Xigris, il farmaco a base di proteina C attivata, è prodotto dalla Ely Lilly, una delle più importanti case farmaceutiche, già nota per aver creato il Sarafem, usato per curare il "disturbo disforico premestruale". Tale disturbo fu introdotto nell'elenco dei disturbi psichici da un gruppo di esperti. Una scelta dettata non tanto dal tipo di disturbo, bensì dalla composizione del farmaco: infatti il Sarafem aveva gli stessi principi del più noto Prozac che, in questo modo, fu reintrodotto in commercio con questa nuova strategia, per sopperire ai mancati guadagni che i farmaci generici equivalenti al Prozac avevano cagionato.
Tornando allo Xigris, si legge nella sua descrizione che il farmaco viene somministrato per via endovenosa per 96 ore, ovvero 4 giorni. Dunque se sono stati seguiti questi tempi di cura, la donna è deceduta il quinto giorno. Si legge ancora che il "farmaco è sconsigliato per pazienti con sanguinamenti attivi" o con forte rischio emorragico. Dunque la procura dovrà piuttosto accertare se "questi addensamenti polmonari'' di cui si è trovato traccia, presentavano perdite ematiche, o quanto meno se erano idonei ad essere sottoposti ad una cura con proteina C attivata, sulla base della sperimentazione documentata del farmaco. In effetti si legge ancora negli effetti indesiderati che nel 3,5% dei pazienti con sanguinamento grave sottoposti al farmaco in via di sperimentazione, ci son stati 4 casi di decesso. Queste cose dovranno essere accertate dalle perizie medico-legali che al momento stanno cercando di appurare se il decesso della donna è dovuto all'influenza A/h1n1 oppure se la malattia sia stata innestata su una precedente broncopolmonite.
Il decorso clinico
Il primario della rianimazione, Tanino Sutera, si è limitato a dire che "la donna è deceduta per un peggioramento della respirazione". Tra le altre cose, dalla relazione fornita dai medici che hanno avuto in cura Giovanna si evince che la donna era stata sottoposta a due tamponi, il primo appena ricoverata il giorno 30 Agosto che accertava il contagio da parte del virus A/H1n1, il secondo tampone del 9 Settembre invece risultava negativo al virus. In realtà l'allarme scattò l'8 Settembre quando la donna fu posta in coma farmacologico e trasferita in Rianimazione. I medici dissero: "Nulla di allarmante. E' un modo per farla ventilare meglio".
La situazione è rimasta immutata fino al 14 Settembre quando si decise di salvare la signora col famoso farmaco a base di proteina c attivata. Cinque giorni dopo, alle ore 16.20 del 19 Settembre, Giovanna Russo è deceduta dopo un calvario di 20 giorni.
chissà quante volte si utilizzano certi farmaci "spazzini" magari sentendosi degli eroi.
e se non ti ammazza subito te ne accorgi con il tempo.
ecco un interessante contributo da http://www.mednat.org/malattie_autoimmuni.htm
"Quando l’organismo è particolarmente sovraccaricato da un trauma, infezioni virali o batteriche, insufficienza funzionale del sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine dovuta ad errata alimentazione o all’assunzione di sostanze chimiche, ecc., si mettono in moto meccanismi di detossicazione e drenaggio supplettivi, grazie alla produzione di alcuni enzimi (per es. la ialuronidasi) che producono uno stato continuativo di sol del connettivo (fase di smaltimento): questa fase, però, non dura più solo 12 ore, ma continua fino a quando non viene ottenuta una pulizia profonda e completa. Tale meccanismo supplettivo prende il nome di INFIAMMAZIONE !
Quindi la gelatina disciolta (stato di sol) della matrice connettivale rigelificherà (stato di gel) solo quando sarà fatta completa pulizia del connettivo stesso. Solo allora, dopo aver svolto la sua funzione di drenaggio supplettivo, l’infiammazione finirà e verrà ripristinato il normale bioritmo giornaliero tra fase di sol e fase di gel del connettivo.
Da questa prospettiva l’infiammazione e, ovviamente, la febbre che ne costituisce il sintomo più generale, rappresentano un meccanismo biologicamente opportuno e non una malattia da combattere come, invece, vengono normalmente considerate.
La scienza, negli ultimi anni, ha dimostrato che il nostro sistema immunitario inizia a funzionare in maniera ottimale a partire da una temperatura di 38,4° C. Inoltre, nei centri più all’avanguardia nella cura dei tumori viene usata l’ipertermia, cioè l’induzione di un’infiammazione molto alta prodotta artificialmente nella zona da trattare, proprio perché si produce un forte stimolo immunitario."