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Mercurio al capolinea
Alessio Nannini
URL di origine: http://www.terranews.it/news/2010/06/mercurio-al-capolinea
IL CASO. A Stoccolma è iniziata la prima sessione di lavori per mettere al bando l'utilizzo del metallo tossico. Nel 2013 è previsto il pieno ritiro dal mercato, con agevolazioni economiche per i Paesi in via di sviluppo.
A Stoccolma si sta svolgendo la prima sessione dei negoziati internazionali per vincolare l'utilizzo del mercurio. Fino a venerdì 11 giugno, cinquecento partecipanti di centoquaranta nazioni cercheranno l'accordo per una convenzione finalizzata alla riduzione di offerta e domanda, di commercio, e all'identificazione dei bisogni di assistenza tecnica e finanziaria. Quella di questi giorni è la prima di cinque sessioni negoziali; l'ultima è prevista all'inizio del 2013 in Svizzera. In questo arco di tempo una commissione intergovernativa disporrà per un ritiro graduale del metallo dal mercato, con attenzione particolare alle fonti antropocentriche di emissione della sostanza e alle condizioni particolari dei Paesi in via di sviluppo.
Su quest'ultimo aspetto è stata l'India, in qualità di loro portavoce, a richiedere aiuti finanziari finalizzati all'introduzione di nuove tecniche che non impieghino il mercurio. Dopo un primo rifiuto da parte dell'Unione Europea, la proposta è stata accolta, ma per rendere effettive le misure imposte dal futuro trattato bisognerà innanzitutto regolamentare il flusso commerciale dall'Africa, attualmente incontrollato. Come in molti fra i paesi più poveri al mondo, nel continente africano non esiste consapevolezza del problema, sia a livello governativo sia nei singoli lavoratori. I minatori ne fanno uso per cercare filoni di oro, i pescatori vendono e mangiano loro stessi pesce contaminato.
Ma l'avvio delle trattative è un deciso passo in avanti. A Stoccolma si arriva infatti dopo sette anni di intense discussioni fra governi e Unep, il programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente. Cina, India, Stati Uniti e Sudafrica, fra le principali nazioni inquinanti, si erano sempre limitate a una riduzione volontaria. Poi il cambiamento di posizione, grazie alla caduta del veto americano voluta dal presidente Obama. Gli Stati Uniti si sono espressi contro tutte le più significative fonti di mercurio, specialmente in quei settori con il maggior impatto globale come quello dei combustibili fossili, e hanno fatto pressioni sugli Stati più recalcitranti promettendo appunto che il trattato terrà conto delle situazioni particolari di ognuno.
Che il mercurio sia sostanza dannosa, cosa peraltro nota dall'antichità, è ormai accertato da ogni studio scientifico. La sua azione colpisce il sistema nervoso e cardiovascolare, e i suoi derivati metilmercurio e cloruro di mercurio, largamente usati in odontoiatria, nella fabbricazione di prodotti chimici, e nella purificazione dei minerali preziosi, è altamente inquinante per l'ambiente e viaggiare per migliaia di chilometri attraverso fiumi e atmosfera.
In Artide, che pure non può dirsi un continente popolato, si è registrato un livello alto di mercurio nei ghiacci. Così come in foche e belughe, i cui valori sono aumentati di quattro volte nell'ultimo quarto di secolo, con ovvie implicazioni per i loro predatori. Intanto in Italia, già dall'aprile del 2009, un provvedimento è stato preso grazie all'applicazione di una direttiva europea; i termometri liquidi a mercurio sono stati sostituiti da quelli contenenti galinstano, una miscela costituita da gallio, indio e stagno.
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