Nel 2004, la Comunità europea ha emesso una direttiva che riguarda i medicinali vegetali tradizionali. Questa direttiva richiede la registrazione farmaceutica per le erbe medicinali. Dopo un periodo di transizione, finito nel mese di maggio 2011, ora è vietata la vendita di questi medicinali vegetali tradizionali o, come vengono chiamate in inglese, "herbal remedies", senza la prescritta registrazione.
C'è però un problema. La registrazione di medicinali alle erbe sotto la direttiva è difficilissima.
Sono escluse intere tradizioni di medicina naturale come l'ayurveda indiano o la medicina tradizionale cinese, non a parlare di tradizioni erboristiche minori del Sudamerica o dell'Africa perché non hanno avuto un largo uso in Europa per un periodo che va dai 15 ai 30 anni. In conseguenza sono pochissimi i medicinali alle erbe registrati durante il periodo di transizione, indicando che la direttiva, nella sua corrente forma, non è funzionale.
Erbe medicinali: direttiva europea contestata
Erbe medicinali, nuova direttiva Ue le mette al bando
Petizione contro la direttiva del Parlamento europeo sulle erbe medicinali
Questo è lo sfondo per un'iniziativa italiana che cerca di salvare quelle tradizioni erboristiche non solo in Italia ma in tutta l'Europa, proponendo una via d'uscita intelligente.
Vale la pena sottolineare che la registrazione riguarda solo i medicinali alle erbe.
Non sono perciò in pericolo i prodotti erboristici venduti sotto la legislazione per gli integratori alimentari, prodotti salutistici che in Italia possono essere composte di erbe, oltre che le sostanze nutrienti quali vitamine, minerali e altri.
Naturalmente, non tutti i paesi trattano le erbe nello stesso modo. Mentre l'Italia ha una forte tradizione erboristica, la Francia è molto più restrittiva e permette la vendita di poche erbe. La Germania ha sempre avuto un sistema di registrazione delle erbe che prima della direttiva Ue si chiamavano Naturheilmittel o 'medicinali naturali'. Simile la situazione in Inghilterra, dove gli 'herbal remedies' o rimedi alle erbe esistono ed erano diffusi già molto prima della direttiva, solo che adesso, il loro status legale di esenzione dalle leggi farmaceutiche non è più valido.
Naturopati e fitoterapeuti che fanno uso di questi rimedi dicono che il loro lavoro viene impedito. Si lamentano con particolare amarezza i rappresentanti delle medicine tradizionali indiana e cinese.
La Commissione europea se ne lava le mani. Dice che è compito degli stati membri di interpretare e di applicare la direttiva. Così, invece di promuovere un mercato unico di erbe medicinali, la nuova legge europea ha escluso le tradizioni non europee e ha generato una grande confusione. I paesi membri vanno avanti 'tutti in ordine sparso', e nessuno sa più come trattare le erbe.
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L'iniziativa italiana
Per superare questo impasso, l'Assoerbe e S.I.S.T.E. - la Società Italiana delle Scienze e delle Tecniche Erboristiche hanno promosso un progetto a supporto dell'uso negli alimenti delle piante officinali ed aromatiche.
Il 23 giugno 2011 è stato organizzato un incontro a Milano su "Botanicals nei prodotti salutistici: stato dell'arte, sviluppi ed il ruolo dell'industria", che riuniva sullo stesso tavolo esperti del settore erboristico e esponenti delle autorità sanitarie sia italiane che europee.
La proposta italiana è quella di definire una lista di piante, corredate da monografie scientifiche, che in futuro sarà un punto fermo non solo per l'Italia ma anche per altri paesi europei. Si comincia con una prima lista di 14 piante, incluso l'iperico, l'echinacea, la centella asiatica, la valeriana, il ginseng e la menta e altri, lista che sarà poi ampliata in un secondo momento. L'obiettivo è quello di dimostrare
"che esiste una documentazione sufficiente ad attestare l'uso di lunga data per scopi attinenti a finalità salutistiche e per approcciare alla valutazione del rischio"
di queste piante.
Si vuol mettere un punto fermo nella confusione, insomma, proteggere la tradizione dell'uso delle erbe in un clima difficile creato da una direttiva non proprio ben pensata.
L'iniziativa, sembra, è stata molto gradita. Secondo il comunicato delle associazioni:
"Al plauso per l’iniziativa manifestato a nome della Commissione europea da Basil Mathioudakis che in varie occasioni aveva sollecitato l’industria a fornire questo genere di supporto, hanno fatto eco il Dr. Scarpa per il Ministero della salute Italiano ed a titolo personale dal Prof. Silano che vede in questo attività un abbrivio a quello che dovrebbe essere la futura attività dell’EFSA."
Fonte:
Comunicato delle due associazioni sull'iniziativa.
(Questo documento contiene l'elenco completo delle prime 14 piante che verranno esaminate, oltre a un resoconto più dettagliato del incontro a Milano e delle intenzioni del progetto.)