Vaccini e Pseudoscienza
Un amico mi ha invitato a leggere http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/20/vaccini-la-pseudoscienza-fa-male/1441920/, cosa che ho debitamente fatto.
Premetto che l’autore del testo è per me un perfetto sconosciuto e, magari, sarà pure un luminare in qualche argomento di biochimica. Temo, però, che sul tema dei vaccini non sia compiutamente informato o, meglio, che disponga solo delle informazioni generate a getto continuo dall’industria farmaceutica in palese conflitto d’interessi e unica entità oggi capace di finanziare in qualche modo la ricerca.
Un amico mi ha invitato a leggere http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/20/vaccini-la-pseudoscienza-fa-male/1441920/, cosa che ho debitamente fatto.
Premetto che l’autore del testo è per me un perfetto sconosciuto e, magari, sarà pure un luminare in qualche argomento di biochimica. Temo, però, che sul tema dei vaccini
non sia compiutamente informato o, meglio, che disponga solo delle informazioni generate a getto continuo dall’industria farmaceutica in palese conflitto d’interessi e unica entità oggi capace di finanziare in qualche modo la ricerca.
L’espressione “in qualche modo” non è messa a caso. Il modo di scambio è quello di avere i “ricercatori” impegnati a partorire risultati che facciano piacere al mecenate di turno, e questo a pena di vedere buttato in discarica il lavoro compiuto e di non vedersi arrivare più un centesimo. Di fatto nient’altro che un ricatto cui le menti deboli - e sono la maggioranza - cedono senza tormenti interiori. Tutto ciò – e gli addetti ai lavori lo sanno perfettamente – comporta per chi non si sottometta l’inattività e, alla lunga, l’estinzione di molti centri originariamente votati alla ricerca. Chi ha avuto modo di vedere il film Sporchi da Morire e di aver ascoltato il prof. Gianni Tamino dell’Università di Padova ha certamente inteso quanto io ripeto, e per l’ennesima volta, ora.
Quando l’autore del pezzo, tale prof. Andrea Bellelli, parla di pseudoscienza e la condanna senza appello è impossibile non dargli ragione. Soprattutto grazie alle possibilità che offre la cosiddetta rete oggi qualunque sciocchezza è pubblicabile senza filtri e, malauguratamente, sono proprio le idiozie più stravaganti a riscuotere credibilità presso la maggioranza o, comunque, presso un numero rilevante di frequentatori di Internet. Ciò di cui il prof. Bellelli evidentemente non si rende conto è che pure lui è uno di quei creduloni, il che, nel suo caso, ha l’aggravante di essere un professore di una delle nostre università. È vero che, a dispetto delle assurdità a loro difesa che ci vengono saltuariamente propinate, le accademie nostrane sono qualcosa di cui l’Italia farebbe bene a cominciare a vergognarsi e alle quali dovrebbe mettere immediatamente pezze grandi e robuste, ma l’etichetta universitaria continua ad essere una sorta di passaporto di credibilità presso enti e popolazione. Dunque, da quella cattedra si può raccontare ciò che si vuole, certi di riscuotere almeno in parte consenso e certi pure che pochi sono disposti a vedere la grottesca nudità del re.
Nel caso particolare, senza alcuna sorpresa, il prof. Bellelli si esibisce in una difesa della pratica vaccinale per goffa e non circostanziata che la difesa sia. Ciò che mi chiedo è che esperienza l’Accademico abbia sull’argomento e, soprattutto, quanti di quei farmaci e quali abbia avuto modo di analizzare, facendolo, vedi mai, senza le fodere di prosciutto di chi della salubrità dei farmaci si deve istituzionalmente occupare. Temo che il prof. Bellelli ignori che nei 26 campioni dei 26 vaccini che abbiamo analizzato e i cui risultati sono stati consegnati alle autorità competenti noi abbiamo trovato sempre inquinanti di particelle solide, inorganiche e non biocompatibili. Il 27° vaccino è stato analizzato in più esemplari per conto di una Procura della Repubblica e per ora non ne posso comunicare i risultati, cosa che spero ardentemente di poter fare presto.
Di fronte alla mia esperienza personale su cui posso sostenere qualunque dibattito di fronte a chiunque, mi è impossibile non chiedermi, al di là delle affermazioni su argomenti che evidentemente conosce solo per averne letto in letteratura palesemente di parte, se il prof. Bellelli abbia mai analizzato un vaccino e, marginalmente, se lo sappia fare. Mi è pure impossibile non chiedermi se il prof. Bellelli inietterebbe a suo figlio pezzetti di acciaio, di piombo, di tungsteno e di altri metalli assortiti. Mi chiedo, in aggiunta, se il prof. Bellelli abbia anche solo vagamente idea di che cosa comporti l’immissione di quelle particelle nell’organismo. Insomma, mi è impossibile non costatare che il prof. Bellelli scrive senza conoscere l’argomento di prima mano, non sappia che “non c’è scienza senza esperienza” e, di fatto, almeno in questa circostanza, si comporta proprio come quegli paseudoscienziati che raccattano acriticamente nozioni e che lui giustamente attacca. Per parte mia nessuna accusa all’autore dell’articolo di fare da manutengolo a chi fa i miliardi con i vaccini. Semplicemente la costatazione di trovarmi di fronte al tutt’altro che sorprendente fenomeno di chi, certo in ingenua buonafede, pontifica a vanvera.
Sia chiaro: io non ho la minima intenzione di criticare la pratica vaccinale pur nutrendo gravi riserve al proposito soprattutto per le menzogne, le censure e le stravaganze che la inquinano, menzogne, censure e stravaganze che non sarebbero necessarie se fosse tutto senza fallo. Ciò che affermo senza timore di essere smentito è che tutti i 26 campioni che ho avuto modo di analizzare contengono polveri potenzialmente patogene. La mancanza di reazione acconcia da parte delle industrie e delle autorità sanitarie per non dire di quelle dei patetici e maldestri difensori d’ufficio non possono non allarmarmi.
Fonte: http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2676-vaccini-e-pseudoscienza.html