Bimbi usati come cavie per testare medicinali
774 guatemaltechi fanno causa ad aziende Usa
3 APRILE 2015 | di Monica Ricci Sargentini
Chiedono oltre un miliardo di dollari per essere stati infettati con malattie veneree senza il loro consenso tra il 1945 e il 1956. E’ questa la causa intentata da 774 guatemaltechi contro la Rockefeller Foundation e a vari istituti della Johns Hopkins University. Durante gli esperimenti, condotti in Guatemala per un programma governativo Usa, centinaia di persone erano state intenzionalmente esposte a gonorrea, sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale per comprovare la validità di alcuni medicinali tra cui la penicillina. La denuncia è stata depositata presso il tribunale di Baltimora, in Maryland.
Come cavie furono usati bambini, orfani, pazienti di ospedali psichiatrici, detenuti e reclute. L’amministrazione Obama si scusò con il Guatemala nel 2010 per quanto accaduto e incaricò la Commissione presidenziale per le questioni di bioetica di indagare. A settembre del 2011 la commissione pubblicò un rapporto in cui confermò i dettagli degli esperimenti, considerati una violazione dei diritti umani.
Non è la prima volta che le vittime degli esperimenti cercano di ottenere un risarcimento. Nel 2012 un giudice federale aveva considerato inammissibile una causa presentata contro il governo americano asserendo che l’amministrazione non può essere considerata responsabile per azioni avvenute al di fuori del territorio nazionale. Di qui il nuovo procedimento legale contro la Johns Hopkins che, secondo l’accusa, ha avuto “una sostanziale influenza” sul programma svolto in Guatemala.
Sia la Johns Hopkins che la Rockefeller Foundation, è la tesi dei guatemaltechi, “non si sono limitati a pianificare, finanziare, elaborare e autorizzare gli esperimenti ma hanno anche esercitato un controllo su come venivano eseguiti arrivando addirittura a dirigerne alcuni”.
Secondo il racconto del ministero della Sanità Usa gli scienziati hanno dapprima infettato con sifilide e gonorrea alcune prostitute e poi le hanno fatte accoppiare con denuti e soldati guatemaltechi per far diffondere le malattie.
“Le persone che hanno condotto l’esperimento erano icone dell’ospedale Johns Hopkins Hospital e della Fondazione Rockefeller – ha detto Paul Bekman, uno degli avvocati dei guatemaltechi -. Sapevano quello che stava succedendo anzi ne erano gli architetti, lo avevano pianificato, finanziato e tenuto nascosto. Hopkins ha fornito i conigli sifilitici usati per infettare le prostitute’.’
L’Università ha dichiarato di considerare gli esperimenti deplorabili ma ha definito la causa “priva di fondamento”.
“Non era uno studio della Johns Hopkins – ha dichiarato uno degli avvocati dell’Istituto Robert Mathias – né l’Università lo ha finanziato o diretto. Era uno studio federale. Tutti sanno che quando dottori e scienziati agiscono in queste commissioni lo fanno per conto del governo federale e non della università o dell’ospedale dal quale provengono”.
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