LA "STRAGE" DEGLI INNOCENTI
Avv. Roberto Mastalia
Come avrete potuto notare, oggi, primo maggio, giorno storicamente dedicato alla festa dei lavoratori, ho deciso di continuare come al solito a lavorare.
Ritengo infatti che, un po' per tutti ma soprattutto per un libero professionista, la vera "festa" sia legata ad avere lavoro.
Avrete notato inoltre che ho pubblicato una serie di articoli relativi a decessi di bambini come di adulti.
Qualcuno avrà pensato che sia andato a ricercare vecchi articoli pubblicati nei mesi o anni scorsi ed invece...sono tutti di questi ultimi giorni con la sola eccezione dell'ultimo, relativo alla richiesta di risarcimento danni avanzata a Rovigo per il decesso di una signora risalente al 2012 ; anche in questo caso, però, la notizia della richiesta è rigorosamente attuale (del 30.04.2015).
E' stato per caso, dovendo preparare le slides per un convegno sulla responsabilità medica, che stamani mi sono messo alla ricerca degli ultimi casi di decessi in qualche modo collegati a casi di malasanità e, pur consapevole della negligenza, imperizia ed inosservanza di leggi e regolamenti della sanità italiana (pensavo piovesse...), non avrei mai pensato che la situazione fosse così compromessa (...ma non che grandinasse così forte!).
E' evidente che siamo di fronte ad una sorta di "strage degli innocenti" alla quale Ministro della Salute, Dirigenti ministeriali, di USL ed ospedalieri, primari, medici etc. sembrano non voler porre fine.
Se da una parte sarebbe assolutamente lecito, auspicabile e financo doveroso attendersi da parte dei medici maggiore qualificazione professionale, aggiornamenti continui singoli e non solo rimandati a corsi discutibili (come quello di bridge organizzato dall'Ordine dei Medici di Palermo nel 2014, come mostrato da Le Iene), non ci si può esimere dal rilevare come le maggiori responsabilità, oltre che sull'Università, risiedano in capo ai massimi dirigenti della sanità pubblica a partire dal Ministro stesso della Salute; definizione che, alla luce dell'attuale stato della "salute" del sistema, appare francamente grottesca; o si cambia lo stato delle cose oppure sarebbe meglio modificare la denominazione del Ministero.
In un Paese "normale" dovrebbe vigere il principio non solo della responsabilità "diretta" per ciò che fa (o non fa) personalmente ma anche di quella cd "indiretta" per ciò che fanno (o meno) i suoi subordinati in ordine gerarchico.
In base a tale principio, vi dovrebbe essere un rapporto diretto tra onori ed oneri: più alte sono le cariche - e gli stipendi - (onori) maggiori debbono essere le responsabilità alle quali si deve soggiacere sia per ciò che viene fatto dal soggetto in sé sia per quanto fatto da quanti siano ad esso gerarchicamente subordinati.
Ci sono Paesi - civili - nei quali tale principio viene rispettato in maniera ferrea, altri nei quali viene rispettato abbastanza ed altri - come il nostro - nel quale...non viene rispettato affatto!
Da noi, infatti, vige piuttosto il cd principio dello "scaricabarile" in base al quale non è mai colpa del Ministro o dei dirigenti ma sempre di qualcun altro: in genere il più gettonato è sempre "chi c'era prima di me" e quindi qualche subordinato, scendendo via via sempre più giù fino ad arrivare alla cd "ultima ruota del carro" ovvero quel dipendente "parafulmine" il quale, non avendo nessuno sotto di sé a cui attribuire in tutto o in parte le colpe, è costretto ad assumersele personalmente.
Sarebbe un po' come imputare le colpe di una guerra al soldato semplice che va al fronte piuttosto che ai governanti che le dichiarano oppure lo spaccio di sostanze stupefacenti al tossicodipendente che spaccia per comprarsela piuttosto che alle organizzazioni che producono ed importano la droga e ne organizzano la rete dello spaccio; anche i primi avranno le loro colpe ma...vogliamo mettere?
Nel caso di specie, abbiamo a che fare con una Ministra, priva delle benché minime conoscenze in materia, giunta addirittura al secondo mandato quando già nel primo aveva - nell'opinione dello scrivente ma largamente condivisa dall'opinione pubblica almeno alla luce di quanto apparso nei media ed in rete - dato molteplici dimostrazioni della sua "inefficienza" e di quanto fosse oggettivamente fuori luogo.
Con questo, naturalmente, non vogliamo significare che il dicastero della salute debba essere ad esclusivo appannaggio di chi sia medico (così come quello della difesa non dovrebbe essere certo occupato esclusivamente da militari etc.) ma almeno da qualcuno che abbia le conoscenze minime della materia; conoscenze necessarie per poter sapere di cosa si sta' parlando e quello che c'è da fare.
In caso contrario, ci troveremmo di fronte a ministri che parlerebbero dimostrando non solo di non conoscere le problematiche ma anche gli argomenti e gli scritti relativi ai loro discorsi oltre che "prigionieri" di quei dirigenti - ministeriali e non - ai quali non sono in grado di contrapporre proprie conoscenze, idee ed opinioni.
Praticamente, l'immagine che, sempre a modestissima opinione dello scrivente, ha offerto in passato ed offre attualmente l'attuale Ministra.
Basta fare mente locale a quanto accaduto negli ultimi anni in tema di Stamina e staminali, vaccini e vaccinazioni etc. per rendersi conto esattamente conto di quale sia il problema e l'entità della sua gravità.
A ciò aggiungasi quindi il proliferare dei casi di malasanità di fronte ai quali l'unica attività posta in essere dalla Ministra è stata quella di disporre ispezioni che non hanno mai portato ad alcun serio provvedimento per rendersi effettivamente conto di quanto sia palesemente inadeguata, inidonea ed incapace a ricoprire tale carica!
Non basta organizzare convegni - come quello sui "falsi miti" tenutosi a Roma nei giorni scorsi - o apparire costantemente in televisione per convincere la popolazione ad aver fiducia nelle istituzioni e nella sanità pubblica; occorrono fatti! Ma come?
E' necessario innanzitutto rimboccarsi le maniche e darsi da fare sotto più profili:
-. innanzitutto studiando, leggendo, informandosi, lavorando sodo per giungere alle conoscenze necessarie non solo per capire dove si è e ciò che c'è da fare ma soprattutto per riuscire a prendere decisioni autonome, svincolate dal potere e ddal "giogo" dei dirigenti;
-. quindi, confrontandosi, dimostrandosi disposti ad ascoltare ed aperti alla conoscenza proveniente non solo da sacche per il momento minoritarie di professionisti ma anche di associazioni e privati spesso portatori di diritti, interessi e conoscenze integralmente sovrapponibili a quelle dei malati e dei bisognosi.
In caso contrario, continuerà invece a rimanere "schiava" di diritti, interessi e pseudo conoscenze provenienti non solo dai predetti dirigenti ma anche dalle case farmaceutiche e dalle associazioni professionali e per questo di norma in aperto contrasto e confliggenti con quelli dei malati.
Da parte nostra, non possiamo che continuare a batterci ed a stimolare le istituzioni, a partire dalla Ministra avendo sempre e comunque nei loro confronti un atteggiamento, seppur costruttivo, assolutamente critico e poco incline alla piaggeria ed al "sorriso": c'è effettivamente ben poco da ridere!
Oltre a ciò, possiamo solo sperare anche se, purtroppo, alla luce dei fatti, se è vero che la speranza è l'ultima a morire, è vero altresì che in questo caso è gravemente ferita con l'aggravante che non possiamo nemmeno farla curare in Italia!
Avv. Roberto Mastalia
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