Antivaccinisti e vaccinologia: il credo di credere alle farmaceutiche
Io non capisco o forse lo capisco fin troppo bene.
L’industria farmaceutica è una delle più corrotte del ns pianeta, lo testimoniano gli enormi e continui scandali registrati negli anni a discapito della salute di milioni di persone.
L’industria farmaceutica è in perenne conflitto di interesse non solo per quanto riguarda la vicinanza e il “controllo” sul legislatore ma anche per quanto riguarda la conduzione e pubblicazione degli studi scientifici. Questo lo dichiarano gli editori di importantissime riviste scientifiche che denunciano il problema oramai da anni, mettendo in evidenza come fattori come il famigerato “impact factor” siano in realtà dei meccanismi di controllo sulla ricerca stessa.
L’industria farmaceutica contribuisce in larga parte al debito pubblico di tutti gli stati, definiti democratici, occidentali.
L’industria farmaceutica proviene da un passato travagliato e torbido, criminale (IG-Farben)
L’industria farmaceutica, è ben risaputo, spende la maggior parte dei suoi proventi in pubblicità e propaganda (dagli studi, alla corruzione, per finire con i troll, virtuali o meno). Ha dimostrato più e più volte la scorrettezza nel riportare dati, fatti, brandendo “teorie” paventate come assolute verità scientifiche, dalla “hard immunty” fino al concetto che vuole le vaccinazioni uniche responsabili del debellamento di alcune malattie, teoria, in realtà, tutta da provare e tutt’altro che certa.
L’industria farmaceutica, con la crescita infinita nel DNA, ha dimostrato infinite volte di tendere al profitto e non allo stato di benessere collettivo o dell’avanzamento medico-scientifico.
L’industria farmaceutica è un colosso potentissimo che quando si muove è in grado di assoggettare, contemporaneamente e all’unisono “esperti, espertucoli, agenzie di stampa, organi di controllo, giornalisti, ecc”.
L’industria farmaceutica è tra le uniche realtà, dove i così detti incentivi e bonus, così come gli stipendi dei suoi “collaboratori” sono in continuo aumento, a discapito della crisi che l’intero pianeta sta attraversando.
Per questo e per molti alti motivi, vorrei capire perché alla fine della favola, io e chi come me, deve sentirsi anche solo lontanamente in colpa per le sue posizioni in merito ai vaccini.
Eppure sembrano tutti “preoccupati” di prendere le distanze dalle così dette “ tesi antivacciniste”, come se essere “antivaccinista” fosse assimilabile al terrorismo o non so a quale nefasto crimine non considerandolo come puro esercizio del libero pensiero e, peggio ancora, avallando in maniera forse più fideistica che scientifica e/o pragmatica, tesi che se indagate fino in fondo, sono tutt’altro che scevre da qualsiasi necessità di essere ulteriormente (o nuovamente) indagate.
Viste le considerazioni, credo che ci sia da riflettere profondamente su certe questioni, compresa la loro semantica.
Io sono un antivaccinista, sono orgoglioso di esserlo, ho le mie motivazioni bene radicate in anni di letture, partecipazioni, esperienze e personali ricerche. Non mi vergogno di esserlo e di difendere le mie idee. "Così è se vi pare" e se non vi pare, è così lo stesso, a meno che ci sia qualcuno in grado di dimostrarmi il contrario, perché nonostante l’impari impresa di Davide contro Golia, nei panni del colosso farmaceutico, rimaniamo comunque legati ai principi solidamente volteriani, al contrario di chi, vorrebbe solo imporre, censurare e zittire.
Un’altra cosa di cui ho convinzione certa è che quello che in alcuni ambienti temono di più è un cambio di PARADIGMA, o anche la sua sola messa in discussione.
Perché ciò che è sempre stato dato per scontato (paradigma) non può essere discusso, toccato?
Perché chi si ritrova in alcune teorie deve essere spinto verso una figura assimilabile al “talebano untore”, portatore di chissà quale disgrazia quando nella realtà dei fatti chi ha un atteggiamento sabotatore e criminoso, regge le fila e detta legge ed ha a disposizione l’intera macchina della propaganda a fargli da megafono?
Criminale è questo modo di portare avanti la ricerca e la scienza, di fare informazione e terrorizzare le persone, sopratutto in campo medico.
In tutto questo non dimentichiamo che c’è chi vorrebbe imporre obbligatorietà di trattamenti, ipotizza di negare la scuola ai “reietti” e di punire i medici definiti “infedeli”, non dimentichiamoci e qui c’e’ di mezzo la libertà di scelta e di cura, sovranità che mai andrebbe ceduta, sopratutto a una combriccola di interessi privati corrotti e senza scrupoli.
Gandhi nel lontano 1921 (visto che la propaganda ufficiale vuole spacciare questa diatriba come un capriccio del momento) sosteneva che:
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