Danni irreversibili da vaccino, «in Abruzzo risarcite 18 famiglie»
Il Coordinamento Nazionale Danneggiati affianca le vittime
ABRUZZO. In Italia sono 631 le persone che hanno riportato casi di danno irreversibile a causa di vaccinazione e che hanno ottenuto l'indennizzo previsto dalla legge, di cui alcuni anche in Abruzzo.
Molti stanno ancora attendendo la conclusione di iter burocratici e giudiziari lunghissimi, per altri ancora è stato riconosciuto il nesso di causalità ma non è stata prevista l'erogazione dell'indennizzo.
Di questo si parlerà al convegno annuale del Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino che si terrà l'1 dicembre a Palazzo San Macuto, Roma.
«Dal 2001 ad oggi oltre 1000 pratiche seguite in Italia per ottenere un indennizzo, molte giacciono ancora in attesa di un pronunciamento», commenta la presidente del Condav, Nadia Gatti. «Sono 18 i casi di danni riconosciuti e indennizzati in Abruzzo grazie al supporto del nostro coordinamento alle famiglie, che possono così pagare le cure o garantire un futuro a chi è rimasto segnato a vita dopo le vaccinazioni ricevute». Gatti riferisce anche si alcune decine di morti a livello nazionale dal 2001 ad oggi; «di cui 3 a Pescara, 2 nell’Aquilano e 1 a Chieti».
«Tra le famiglie che abbiamo seguito in questi anni, ci sono anche decine di casi di morte, un dato che, se si volesse fare una stima più generale e aderente alla realtà, risulterebbe sicuramente approssimato per difetto, poiché a volte le famiglie sono troppo provate per riuscire a chiedere giustizia» spiega Gatti, madre di Silvia, indennizzata per una paralisi agli arti inferiori causata dal vaccino antipolio Sabin. «Attendiamo inoltre, ormai da anni e invano, che il ministero della Salute ci fornisca i dati di tutti coloro che, pur danneggiati in modo irreversibile dalle vaccinazioni, hanno inoltrato domanda di indennizzo fuori dai termini di legge –prosegue Gatti – per tutte queste persone non ci sono ancora giustizia né aiuti. Denunciamo anche l’assoluta inadeguatezza del sistema di vaccinovigilanza in Italia che non permette di garantire un monitoraggio effettivo degli eventi avversi e stigmatizziamo la scelta fatta a suo tempo di eliminare ogni sanzione per i medici che si rifiutano di segnalare gli eventi avversi stessi».
Lascia un commento