Dichiarazione F.I.A.M.O. sulle Vaccinazioni
DICHIARAZIONE F.I.A.M.O. SULLE VACCINAZIONI
LINEE DI PRINCIPIO
La prima pubblicazione sull’Omeopatia (Hahnemann) risale al 1796.
La prima pubblicazione sulla vaccinazione (Jenner) risale al 1798.
Entrambe le metodiche terapeutiche derivano da una ipotesi molto simile, cioè prevenire o curare una malattia con un agente identico o simile a quello che provoca la malattia stessa.
Tale coincidenza storica e di principio non può essere casuale. E’ infatti facilmente presumibile che il concetto di similitudine / identità fosse una ipotesi che circolava all’epoca negli ambienti scientifici.
Il vaccino viene individuato e prodotto direttamente a partire da materiale patologico umano della malattia da prevenire (anche se la prima vaccinazione, come mostra anche lo stesso termine, non fu prodotta da materiale infetto di derivazione umana, ma vaccina), mentre il rimedio omeopatico viene individuato in base alla similitudine (non sull’identità) fra i sintomi provocati dall’azione sub tossica di una sostanza (testata previamente sull’uomo sano) e i sintomi della malattia da curare.
Affine all’Omeopatia è l’Isoterapia, che utilizza, a scopo terapeutico, lo stesso agente patologico preparato a dosi infinitesimali come i rimedi omeopatici.
Inoltre lo stesso Hahnemann, fondatore dell’Omeopatia, cita in termini positivi le esperienze cliniche di Jenner nel suo testo fondamentale, l’Organon: nella prefazione alla seconda edizione (1824) Hahnemann ne parla diffusamente e nella sesta edizione (1842), in 2 paragrafi, specifica che:
§ 46, nota 7: ....”fatto notevolmente benefico, verificatosi da quando avviene la distribuzione generale del vaccino di Jenner, il vaiolo umano non si è più ripresentato epidemicamente e con la virulenza di 40-50 anni fa, quando una città che veniva da esso visitata perdeva metà, se non addirittura due terzi dei suoi bambini per la morte provocata da questa miserabile pestilenza”.
Come pure nel § 56: “ ... con la diffusione generale dell’innesto del vaccino si è posto fine a tutte le epidemie così mortali e terribili del vaiuolo umano, di modo che le generazioni odierne non hanno neppure idea di quale terribile flagello si trattasse ogni volta”.
Pertanto la tecnica vaccinale può considerarsi un esempio di Isopatia che, a livello teorico, è più affine alla farmacologia omeopatica che a quella di tipo “convenzionale”.
Per i fatti sopra citati il Consiglio della FIAMO, anche a nome di tutti gli omeopati italiani, non può che dichiararsi assolutamente favorevole, in via di principio, alle vaccinazioni.
ATTUALITA’
Il discorso si fa diverso se si scende nella realtà attuale. Nel nostro mondo come per tanti altri temi, questioni di importanza capitale come le vaccinazioni vengono affrontate in termini di polemica e contrapposizione, spesso anche molto animata. Di fatto sembrano fronteggiarsi due fazioni, i “vaccinisti” e gli “antivaccinisti”. I primi promuovono in maniera insistente la somministrazione su larga scala e indiscriminatamente di tutti i vaccini via via proposti sul mercato dalle ditte farmaceutiche, mentre gli antivaccinisti negano validità alle vaccinazioni e raccomandano di limitare fortemente le vaccinazioni o addirittura di non vaccinare in assoluto. Sembra assente un polo che invece ritiene le vaccinazioni molto utili, uno dei presidi di sanità pubblica da valorizzare, ma che altresì, ritiene essenziale il rispetto della natura di farmaco di questi prodotti e sostiene la necessità di valutare attentamente i calendari vaccinali, il rispetto delle condizioni di salute del soggetto da vaccinare e la assoluta inderogabilità della valutazione degli effetti secondari.
L’intenzione di proteggere la popolazione da epidemie è indubbiamente una delle priorità più importanti della sanità pubblica, ma molti aspetti dell’applicazione di questa politica si prestano a discussione.
Ci sembra essenziale sottolineare che sollevare obiezioni sulle modalità applicative delle vaccinazioni non è un’esclusiva dei medici esperti in omeopatia, perché nasce da una serie di considerazioni basate su valutazioni di diverso genere. Ad esempio, quando venne proposta la vaccinazione anti HPV per le bambine di 12 anni nel 2008, l’Istituto farmacologico Mario Negri
pubblicò una nota che sollevava molte perplessità sull’opportunità della sua introduzione alla luce di una serie di motivazioni.
Le motivazioni che possono portare medici omeopati a esprimere riserve sulle proposte vaccinali attuali hanno come comune denominatore la considerazione, propria dell’Omeopatia, che ogni intervento medico ha un impatto sull’organismo che va ben al di là delle conseguenze immediate, che sono le uniche normalmente prese in considerazione.
Di seguito riportiamo alcune delle riserve che da più voci sono state avanzate:
1- E’ opportuno e valido programmare la prima vaccinazione a soli due mesi di vita, peraltro con sette vaccini contemporaneamente, quando il sistema immunitario è ancora immaturo? Si riconosce che il contatto con i germi del mondo circostante è essenziale per l’attivazione del sistema immunitario e del “microbioma” fin dalla nascita (già dalla contaminazione nel canale di parto), ma questo è un processo naturale che avviene attraverso la pelle e le mucose, mentre il contatto con l’antigene del vaccino avviene in maniera innaturale e invasiva per via parenterale.
2- perché, sempre nell’ambito della prima vaccinazione a due mesi di età, si inserisce la vaccinazione anti-epatite B che è un malattia che si acquisisce esclusivamente per via sessuale o per scambio di liquidi organici? (sappiamo peraltro come tale vaccinazione sia stata imposta, frutto di corruzione, dall’ex Ministro De Lorenzo).
3- perché, essendo obbligatorie solo quattro vaccinazioni, non sono disponibili i vaccini monocomponente, sia dei vaccini obbligatori che non obbligatori per consentire la scelta terapeutica da parte dei genitori?
4- perché i genitori non vengono a sufficienza messi al corrente dei rischi da vaccinazione?
5- perché la vaccino-sorveglianza è così trascurata dai medici e dalle istituzioni sanitarie?
E’ peraltro particolarmente preoccupante l’attuale campagna mediatica tesa a intimorire qualsiasi voce critica verso le vaccinazioni, addirittura con la minaccia di gravi ritorsioni. Si sta praticamente istaurando un clima da “caccia alle streghe” veramente contrario a tutti i principi storici di rispetto della libertà di opinione e di cura e di democraticità in generale della nostra società.
Purtroppo anche fatti recenti hanno gettato ombre sui processi che stanno alla base delle decisioni inquesto ambito, e ciò ha minato la fiducia dei cittadini e di molti medici. Non si può ad esempio dimenticare la campagna stampa terroristica che fu fatta anni fa per promuovere la vaccinazione anti-aviaria, nel corso della quale si arrivò addirittura a eliminare dal sito dell’OMS uno dei tre parametri della “pandemia”, per poter definire come tale anche la incombente influenza; peraltro, all’arrivo di tale influenza, che era stata descritta in termini di flagello biblico, tutti si accorsero che quell’anno non era diversa dalle solite. Furono acquistate in quella occasione milioni di dosi di vaccino delle quali solo poche centinaia di migliaia furono utilizzate; interessante il fatto che proprio il personale sanitario fu particolarmente restio a vaccinarsi (come peraltro tuttora – vedi comunicato Ansa del 24 ottobre 2015 in cui si informa che il 70% dei medici e il 90% degli infermieri non si vaccinano). Analogo discorso si potrebbe fare per altre 2 minacce di pandemie: la SARS e la “suina”, con annessa vaccinazione imposta dall’alto.
Questi fatti, e tanti altri che quotidianamente apprendiamo dagli organi di comunicazione, non possono che allontanare fortemente i cittadini dalle istituzioni ed è anche possibile, in questo contesto, che un movimento onestamente e giustamente critico, si colori di estremismo derivato da una certa cultura politica fondamentalista e totalizzante che demonizza a priori qualsiasi proposta proveniente dall’ambiente ufficiale.
La vera risoluzione del problema da parte delle istituzioni non è affatto forzare la situazione arrivando addirittura a intimidazioni e minacce palesi all’indirizzo dei medici critici verso le vaccinazioni, ma riacquisire la fiducia del grande pubblico con un comportamento trasparente e privo di conflitti di interesse nella gestione della Sanità.
Allora scompariranno anche le contestazioni estremiste.
Alcuni colleghi, non solo omeopati, (Dott. Roberto Gava e Eugenio Serravalle insieme ad altri 150medici) hanno recentemente inviato al Prof. Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, un documento ben articolato e circostanziato, a premessa del quale si afferma testualmente: “...un qualsiasi medico dotato di buon senso e di un minimo di conoscenza scientifica non può essere contro le vaccinazioni pediatriche...”. Il documento contiene però anche e soprattutto circostanziate osservazioni e valide proposte di correzione dell’attuale normativa sulle vaccinazioni che, secondo il Consiglio della F.I.A.M.O., possono costituire un’utile contributo alla discussione, nella speranza che l’argomento vaccinazioni venga in futuro affrontato al di là di interessi di parte e al di là di deformazioni ideologiche e di polemiche fini a sé stesse.
Per il bene esclusivo del cittadino.
Dott.ssa Antonia Mariapia Santa Ronchi
Presidentessa F.I.A.M.O.
a nome del Consiglio della Federazione e di tutti gli omeopati italiani
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Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati
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