Firenze, chieste condanne per vertici della farmaceutica Menarini
Le accuse sono, a vario titolo, evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Le pene più alte sono state chieste per i figli del patron del farmaco: 9 anni e mezzo per Lucia Aleotti e 8 anni per il fratello Giovanni
I nodi stanno per venire al pettine per il colosso del farmaco Menarini. La procura di Firenze ha chiesto pene fino a 9 anni e mezzo di reclusione al processo che vede imputati i vertici della casa farmaceutica. Le accuse sono, a vario titolo, evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Le pene più alte chieste dai pm Luca Turco ed Ettore Squillace Greco sono per i figli del patron della Menarini, Alberto Aleotti, morto nel 2014 e sono 9 anni e mezzo per Lucia Aleotti e 8 anni per Giovanni Aleotti. Per i loro collaboratori, Giovanni Cresci e Lucia Proietti, sono stati chiesti 6 anni e 8 mesi di reclusione. Un anno è stato chiesto per l'altro collaboratore, Sandro Casini. Per la moglie di Alberto Aleotti, Massimiliana Landini, la richiesta è di 2 anni. Secondo l'accusa la Menarini ha usato sovrafatturazioni per far aumentare il prezzo dei farmaci. In questo modo ha truffato il Sistema sanitario nazionale. Il danno per lo Stato sarebbe di 860 milioni di euro. Gli investigatori ritengono che gli illeciti abbiano 'fruttato' alla famiglia Aleotti un miliardo e duecentomila euro.
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