L’inchiesta televisiva è un’indagine che mira a ricostruire lo svolgimento di certi avvenimenti o ad approfondire temi di attualità. L’inchiesta appartiene al genere dell’informazione, di cui è anzi una tipica espressione. E’ su per giù a questa definizione di Aldo Grasso, pubblicata a p. 360 dell’ Enciclopedia della Televisione della Garzanti, che ho pensato quando una giornalista di RAI3, che ho scoperto poi essere Liza Boschin, mi ha telefonato chiedendomi un’intervista. “I tempi della televisione sono stretti- mi ha detto al telefono lunedì- e la trasmissione, Presa diretta, va in onda domenica. Possiamo vederci al più presto?”
L’incontro è fissato per il giorno successivo, presso il mio studio di Pisa. Prima di iniziare chiedo chiarimenti. La risposta è: “Si tratta di un’inchiesta sulle vaccinazioni, vogliamo saperne di più su quanto sta avvenendo in questi mesi intorno alle vaccinazioni”. Uso il virgolettato perché ricordo molto bene le frasi della giornalista.
Metto da parte la diffidenza iniziale, dimentico di precedenti imboscate giornalistiche. Rai 3 gode di una fama di imparzialità e correttezza, decido di fidarmi, credo a quanto mi vien detto, che si tratta di un’inchiesta. Ma Iacona ha evidentemente un’idea diversa di inchiesta rispetto a quella formulata da Grasso.
L’intervista dura più di un’ora, le domande sono numerose, le risposte abbastanza lunghe. Il tono della giornalista è dapprima ostile, quasi irritato quando uso l’espressione “reazioni avverse”. Dice: “ Ma che i vaccini causino reazioni avverse l’abbiamo già detto, siamo tutti d’accordo”. Peccato che durante la trasmissione non ci sarà una sola testimonianza di un danneggiato da vaccino, nonostante siano circa 700 quelli riconosciuti ufficialmente non dal sottoscritto, ma dal sistema sanitario in base ad una legge dello Stato.
Poiché credo fermamente nella correttezza e nell’imparzialità, cito il caso di una mia piccola paziente che si è ammalata di una meningite prevenibile con una vaccinazione. Questo viene riportato in trasmissione. Racconto di come la storia della bambina si sia intrecciata a quella della morte di un ragazzo gravemente danneggiato dai vaccini. Questo è stato tagliato. Ho utilizzato le due storie diverse e parallele per spiegare la mia posizione: quella di chi intende considerare entrambi i fronti, ossia i rischi dell’iperimmunizzazione e la ricerca di una soluzione individuale, di una soluzione che rappresenti il rischio minore per ogni bambino. Non ritengo che la tutela della salute consista a priori né nell’eseguire 15 vaccini nei primi 15 mesi di vita né nel non eseguirne nessuno.
Il giorno successivo guardo il trailer del programma: scopro così che quella che mi era stata presentata come un’ inchiesta inizierà con le affermazioni i del Ministro della salute che ha sentito il bisogno di vaccinare i suoi figli in diretta TV, proseguirà parlando ancora una volta di Wakefield, e dei vaccini in Uganda.
Capisco allora che la mia idea di inchiesta giornalistica è molto differente da quella degli autori, e chiedo con più mail, anche certificate, di non mandare in onda il mio intervento. Sospetto che le mie frasi saranno montate ad arte, saranno mozzate, manipolate, serviranno per sviluppare una tesi precostituita e non per indagare davvero, per realizzare l’inchiesta. Niente da fare: Presa diretta è in possesso di un magnifico bottino da stravolgere come vogliono e non intendono mollare in nome della serietà professionale. Ecco la risposta della redazione: ” In primo luogo evidenziamo che, attesa la notorietà della Sua figura nonché le evidenti finalità scientifiche didattiche e culturali del nostro servizio, l’intervista in questione non necessita del Suo preventivo consenso. A ciò si aggiunga che i Suoi timori di vedere il Suo pensiero incompiutamente rappresentato appaiono affatto ingiustificati giacché, come di consuetudine, la nostra trasmissione fornirà adeguato spazio alle tesi contrapposte che presenteremo ai telespettatori.” Tutti possono giudicare se durante la trasmissione le tesi contrapposte abbiano avuto adeguato spazio.
Non mi sono sbagliato, la trasmissione non è stata un’inchiesta, ma l’illustrazione di una tesi precostituita: i vaccini sono sempre sicuri ed efficaci, le reazioni avverse non esistono. Iacona non ha condotto un’inchiesta, come aveva promesso, ma è partito all’attacco contro chi non sia allineato ad una tesi, che non saprei dire se sia la sua o quella di chi ha chiaramente commissionato su ordinazione contenuti, toni e finalità del servizio.
Ed ecco l’esito degli “ingiustificati timori” del sottoscritto.
Il tempo che mi è concesso nella trasmissione serve per includermi nella lista degli antivaccinisti. Si mostrano alcuni dei miei libri, rinfacciandomi il torto di dichiarare di aver visitato centinaia di bambini con reazioni avverse ai vaccini ma di non avere pubblicato nulla su PubMed. L’assenza di pubblicazioni scientifiche viene sottolineata, e quindi diventa poco credibile l’affermazione dell’esistenza dei danni da vaccino, che ribadisco non è mia, ma del Ministero della Salute che li ha riconosciuti. Il senso del mio pensiero, cioè vaccinare con cognizione di causa, individualizzando il trattamento, è stravolto con un montaggio riuscito nemmeno troppo bene. Insomma l’accusa è di scrivere libri divulgativi invece di pubblicazioni scientifiche e che molti genitori non vaccinano i figli perché leggono i libri.
La trasmissione prosegue con grande dispendio di mezzi e di risorse perché gli inviati vengono spediti dappertutto per reperire notizie che richiederebbero la semplice lettura di internet. Iacona intervista Ricciardi che non risponde alla sua domanda sul perché non siano in commercio i vaccini singoli, ma Iacona non è esigente difronte al Direttore dell’Istituto Superiore di sanità, e glissa sulla mancata risposta. Le riprese si trasferiscono poi in Catalogna, dove è morto un bambino non vaccinato di difterite. Pathos, musiche drammatiche, ma nessuna considerazione sul fatto che si è trattato di un caso avvenuto in un paese che, secondo i dati dell’Oms, nel 2013 aveva una copertura vaccinale per 3 dosi di DPT pari al 96%….Nessuna parola (eppure in alcune trasmissioni Iacona aveva fatto denunce coraggiose) sul ritardo della diagnosi clinica e di laboratorio(“sono trascorsi 7 giorni dalla comparsa dei primi sintomi al momento in cui è stato individuata ufficialmente la presenza del C. Diphteriae”) e sul ritardo nella terapia(“il successo del trattamento della difterite è legato alla rapida somministrazione dell’antitossina difterica (DAT) in combinazione con gli antibiotici. Il DAT rientra nella lista dei Farmaci Essenziali dell’Oms, che dovrebbero essere disponibili in ogni momento, in quantità adeguate e in formulazioni appropriate di qualità garantita. La Spagna ne era priva, e nazioni di primo piano dell’Ue come Francia e Germania potevano offrire solo un farmaco scaduto. L’inizio della terapia è stato quindi ulteriormente ritardato, laddove il DAT dovrebbe essere somministrato immediatamente, insieme agli antibiotici, in base solo al sospetto clinico e senza attendere la conferma del laboratorio.) Le frasi in corsivo sono riprese dal portale Epicentro, dell’Istituto Superiore di Sanità.
Segnalare che anche l’Italia è sprovvista del siero sarebbe stato facile in altri tempi, in altre trasmissioni, non in quest’ultima.
Non entro nel merito del trattamento riservato al dott Montinari, che non conosco personalmente e che non fa parte di AsSIS. Sottolineo che la terapia che il dottore propone serve per curare l’autismo, non i danni da vaccino; la mamma intervistata non dichiara di aver vaccinato il figlio autistico. Molte trasmissioni televisive avrebbero avuto più ritegno nel mettere alla gogna un professionista senza contraddittorio, ma Presa diretta decide senza appello che il medico è colpevole: si sostituisce alla magistratura ed esegue la condanna: Montinari kaput! Trattamento poco diverso era stata riservato in precedenza all’avvocato Ventaloro, legale di Comilva. Con una telecamera nascosta si è cercato di far apparire la sua disponibilità ad ascoltare la storia di un presunto danno da vaccino come un tentativo di speculazione per accaparrarsi un cliente.
Si parla di autismo a prescindere dai vaccini, anche se il professore Stefano Vicari (Primario del reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma) dice una cosa importante non sottolineata nel servizio e cioè che il vaccino non causa l’autismo e tuttavia “le vaccinazioni potrebbero essere un elemento non determinante ma favorente [dell'autismo] così come altre infiammazioni”.
Si continua a ridurre tutte le possibili reazioni avverse ai vaccini al solo autismo, rivangando la storia di Andrew Wakefield il medico inglese, con una ricostruzione molto parziale e scandalistica. Chi desidera saperne di più può consultare il link http://www.assis.it/il-caso-wakefield-dal-punto-di-vista-scientifico/. Il succo è: i vaccini non causano l’autismo, quindi i vaccini sono sicuri.
La trasmissione si conclude con Iacona che si trasferisce in Uganda a distribuire vitamine e vaccini ai bambini e alle bambine. Le immagini della povertà dell’Africa sono sempre tristi e tragiche ma qui quale ne è il senso? Serve a indurre il senso di colpa? Vogliono far vedere come sono egoisti i ricchi europei che non vaccinano, mentre in Uganda i bambini muoiono perché non hanno i vaccini? Gli effetti sulla salute della povertà, malnutrizione, delle condizioni igieniche spaventose sarebbero annullati da una campagna di vaccinazioni dei bambini ugandesi? Sono le vaccinazioni o lo standard di vita ciò che differenzia i bambini ugandesi da quelli europei?
Iacona appare soddisfatto dello share raggiunto: ne siamo lieti. A noi, e alle centinaia di persone che ci hanno scritto per manifestare la loro solidarietà, la trasmissione non è piaciuta. Ma stia sereno, Iacona: è stata vista da un sacco di persone, è piaciuta certamente alle figure istituzionali che l’hanno probabilmente commissionata, è stata gradita sicuramente dai rappresentanti dell’Industria Farmaceutica. Dal punto di vista dei vantaggi ne hanno tratto beneficio molti. Tra i danneggiati si contano, assieme ai bambini con reazioni avverse gravi che non sono stati degnati di uno sguardo, la deontologia professionale e l’informazione.
Fonte: http://www.eugenioserravalle.it/presa-in-giro-diretta-da-chi/
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