Riguardo all’inquinamento dell’acqua da Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche usate per rendere impermeabili tessuti o rivestimenti, tra cui il Teflon e il Goretex, la Regione Veneto “non ha dato seguito ad azioni di tutela della salute per le persone che hanno mangiato e stanno mangiando alimenti contaminati e, al momento, non c’è un piano di controllo sugli alimenti valido e utilizzabile. La popolazione ha continuato ad assumere alimenti con concentrazioni critiche di Pfas”. E’ quanto si legge in apertura di una interpellanza, presentata al Consiglio comunale di Vicenza da Raffaele Colombara, consigliere di maggioranza eletto nella Lista Variati.
E l’iniziativa di Colombara per altro, tesa a far sì che il Comune di Vicenza faccia sentire la propria voce a tutela della salute, non la sola voce che si leva in questi giorni sul problema. Insomma la preoccupazione è molta e il sospetto che le sostanze inquinanti abbiano contaminato i cibi che mangiamo è per molti ormai una certezza. “Due anni fa l’allarme – ricorda Colombara nella sua interpellanza -. Poi, gli interventi di filtraggio, le rassicurazioni, gli esposti, fino alle analisi che mettono in evidenza una diffusione dei Pfas anche in uova, carni e ortaggi a Creazzo. Inquinamento a chilometri zero. L’area ha raggiunto i 180 chilometri e interessa una cinquantina di Comuni veneti tra cui venti vicentini”.
Secondo quanto riportato in questi giorni da alcuni organi d’informazione, soprattutto Il Fatto Quotidiano che fa riferimento ad un documento della riunione del tavolo tecnico regionale sui Pfas, svoltasi lo scorso 13 gennaio, è emerso che “parte della popolazione veneta è stata esposta ed è esposta ai Pfas” e che “non è stato dato seguito ad azioni di tutela della salute per le persone che hanno mangiato e stanno mangiando alimenti con concentrazioni critiche (uova e i pesci)”. I protocolli finora utilizzati per il controllo degli alimenti contaminati “vanno reimpostato ex novo” in quanto al momento “non c’è un piano di controllo sugli alimenti valido e utilizzabile”.
“Insomma – sottolinea Colombara nell’interpellanza -, la situazione dell’inquinamento da Pfas è tutt’altro che sotto controllo, soprattutto se si considera che gli alimenti contaminati sarebbero prodotti anche da allevamenti che hanno la produzione e la distribuzione sul territorio nazionale e vengono quindi commercializzati in altre regioni italiane”. Problema serio dunque, forse largamente sottovalutato e troppo sbrigativamente circoscritto, all’inizio, ai soli pozzi privati.
Rimandiamo comunque il lettore alla interrogazione completa di Raffaele Colombara, che si conclude chiedendo, fra le altre cose, all’amministrazione comunale di Vicenza di attivarsi con urgenza “per ottenere ufficialmente il verbale n°44221/4 febbraio 2016 della riunione del tavolo tecnico regionale sui Pfas, che si è svolta lo scorso 13 gennaio, nel quale sarebbe emerso che la popolazione ha continuato ad assumere alimenti con concentrazioni critiche di Pfas e che non è stato dato seguito ad azioni di tutela della salute per le persone che hanno mangiato e stanno mangiando alimenti con concentrazioni critiche di queste sostanze”.
Fonte: http://www.vicenzareport.it/2016/02/inquinamento-da-pfas-e-allarme-per-i-cibi-contaminati/
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