Meno tumori senza test del PSA
Dopo la raccomandazione di abbandonare lo screening basato sul test PSA, sia la diffusione dello screening sia l’incidenza del tumore della prostata sono diminuiti tra gli uomini statunitensi.
Negli ultimi anni l’US Preventive Services Task Force (USPSTF, la principale agenzia di prevenzione degli Stati Uniti) si è espressa due volte contro lo screening per il tumore della prostata basato sul test dell’antigene prostatico (PSA): nel 2008 la raccomandazione riguardava gli uomini sopra i 75 anni, nel 2012 è stata estesa a tutti i gruppi di età.
«Le nuove diagnosi di tumore tra gli ultra75enni sono diminuite in maniera sostanziale in seguito alla pubblicazione delle raccomandazioni dell’USPSTF nel 2008. La stessa cosa è accaduta per gli altri gruppi d’età, dopo il 2012?» così gli autori di una ricerca pubblicata di recente su JAMA (doi:10.1001/jama.2015.14905) spiegano il senso del loro lavoro, il cui obiettivo è stati duplice: verificare l’andamento dell’estensione dello screening basato sul test PSA ed esaminare i recenti cambiamenti nell’incidenza dei tumori prostatici.
Per fare ciò i ricercatori statunitensi hanno analizzato l’incidenza del tumore prostatico (nuovi casi ogni 100.000 uomini da 50 anni d’età in su) secondo lo stadio di sviluppo, dall’anno 2005 al 2012, utilizzando una base dati nazionale (la rete dei registri SEER); nel contempo, in base ai risultati dell’indagine NHIS (National Interview Survey) hanno valutato il tasso di screening tra gli uomini di 50 anni o più, e senza una storia di tumore della prostata, negli anni 2005, 2008, 2010 e 2013.
E’ emerso che l’incidenza del tumore ha cominciato a diminuire a partire dal 2008 (da 540,8 nuovi casi ogni 100.000 nel 2008 a 416,2 nel 2012), raggiungendo il massimo della decrescita tra il 2011 e il 2012. Va notato che questo declino ha riguardato esclusivamente i tumori in stadio precoce e non sembra risentire né dell’età né del gruppo etnico.
In parallelo, la percentuale di uomini dai 50 anni in su che hanno dichiarato di essersi sottoposti al test PSA passa dal 40,6% nel 2008 al 30,8% nel 2013.
«Da questi dati» chiosano gli autori «emerge che sia l’incidenza di tumori in stadio precoce sia i tassi di screening sono diminuiti in seguito alla raccomandazione della USPSTF, pubblicata nel 2012, che invitava i medici a escludere lo screening basato sul test PSA dalle cure mediche di base per gli uomini. Naturalmente, per capire se questi decrementi sono associati a modifiche dei tassi di mortalità occorre uno studio di più lungo respiro».
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