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SE VUOI FAR CARRIERA NON FARE MAI INCHIESTE SUI VACCINI

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Robert F.Kennedy e Dan Schulman sostengono che se sei giornalista e vuoi fare un’inchiesta approfondita sui vaccini non fai più carriera, è come voler offendere un dio maggiore della Grecia classica. Scandire semplicemente la parola “vaccino” fa scatenare le ire dell’Olimpo: il vaccino è un dogma e il dogma non si discute , lo si accetta per fede . E colui che mette in discussione il dogma? Semplice, diviene un eretico da lapidare in pubblico, da ardere in piazza, da allontanare ai margini della società “detta” civile. La Storia è maestra di vita, la Scienza, la Medicina, l’Astronomia sono costellate da epurazioni, roghi condanne inflitte dalle autoproclamate Accademie.

Anche studiare e ricercare diventa un atto blasfemo ; l’osservazione clinica non appartiene più alla scienza, non sono accettate idee che non siano avallate dall’Accademia e l’Accademia non potrebbe mai avallarle perché farebbe crollare le proprie fondamenta. Allora viene imposto il dogma al pari di una fede che non ammette critiche ; e così quella che molti definiscono scienza diventa una religione implacabile con “dei” feroci che condannano e puniscono chi osa metterli in discussione. “E’ così e non si discute, l’ha detto la comunità scientifica”, sembra la frase che circola da tempo in tanti Distretti Sanitari o viene pronunciata da soloni dell’Accademia dell’ Impact Factor.

Ma il vaccino è pur sempre un farmaco e come tale presenta i propri effetti collaterali e le proprie controindicazioni, le sue reazioni avverse: le multinazionali farmaceutiche che godono oramai del controllo mondiale dell’informazione elencano nelle schede tecniche del “post marketing” le reazioni avverse segnalate e queste schede tecniche vengono costantemente consegnate agli Organismi di controllo; ma per uno strano scherzo della memoria queste segnalazioni che provengono da un intero pianeta non vengono trasmesse ai medici che, spesso ignari, ricevono una laconica informazione dalla ASL di riferimento che depenna largamente la voce riferita agli effetti indesiderati. La corretta informazione che il medico dovrebbe ricevere è sostituita invece dalla propaganda. Nei summit tenuti dai sacerdoti della scienza dogmatica si osservano accademici che hanno il proprio nome associato a sponsor di multinazionali del farmaco, propagandisti a tempo pieno, forti del ruolo istituzionale in perfetto conflitto d’interessi che in Italia non è ancora perseguito mentre oltre oceano è considerato un reato grave. L’orientamento di un piano terapeutico supportato da pubblicazioni scientifiche foraggiate dalla Aziende del farmaco consente la libera somministrazione di medicine molto spesso scarsamente testate e le revisioni critiche della letteratura scientifica spesso dimostrano l’inefficacia o la pericolosità del medicinale che oramai è stato utilizzato a livello planetario.

Tragicamente la scienza è oggi spesso sostituita dalla propaganda dove i media, con i professionisti della comunicazione, riescono a coinvolgere i lettori o i fruitori della radiotelevisione. Il potere mediatico della radiotelevisione rappresenta uno strumento di guerra micidiale; la parola di un conduttore televisivo diviene “verbo” , più incisiva del parere di un medico specialista. I processi si fanno in televisione e anche la scienza da propaganda viene fatta negli studi televisivi. E’ quanto sta accadendo oggi in Italia, in questi ultimi mesi, con una campagna di propaganda smisurata per ogni tipo di vaccinazione. Propaganda senza riscontro di quelle che potrebbero essere le reazioni avverse ai farmaci definite come fatti aneddotici. Eppure nei tribunali italiani aumentano i riconoscimenti dei danni da vaccino, così come accade nel resto del mondo, ma pare che nella nostra penisola, oramai terra di conquista e bacino d’utenza delle industrie del farmaco, tutto questo sia un tabù dove il dogma della scienza ha calpestato il diritto dell’uomo.

Ma qualcosa in queste ultimi giorni pare stia cambiando con il risveglio di una coscienza collettiva da parte di molti medici e di molte famiglie, tanto che la XII Commissione( Affari Sociali ) alla camera, con risoluzione in commissione 7-00864, ha approvato l’atto presentato dall’On Colonnese Vega del Movimento 5 Stelle (risoluzione conclusiva) il 21.01.2016 , infatti si evince che “esiste una problematica relativa sia alla rilevazione statistica che alla certificazione dei vaccini. Difatti, da una parte le case farmaceutiche si dimostrano restie a mettere a disposizione i dati relativi agli studi clinici precedenti alla messa in commercio dei vaccini e successivi relativi agli effetti degli stessi a distanza di anni”…” Difatti, da una parte le case farmaceutiche si dimostrano restie a mettere a disposizione i dati relativi agli studi clinici precedenti alla messa in commercio dei vaccini e successivi relativi agli effetti degli stessi a distanza di anni; dall’altra, non essendo istituito un sistema informatizzato nazionale e univoco, le informazioni pubbliche si limitano a quelle fornite dalle regioni dove in maniera autonoma sono stati realizzati sistemi di rilevazione e registrazione; le stesse case farmaceutiche sono propense a non fornire integralmente i dati relativi agli studi clinici comprensivi di eventuali esiti o sviluppi negativi”…” A ciò va aggiunto che il Ministero della salute non fornisce informazioni esaustive e dettagliate in relazione ad eventuali casi avvenuti e agli indennizzi erogati a favore di soggetti danneggiati da complicanze, anche irreversibili, derivanti da vaccinazioni, in relazione a quanto disposto dalla legge 210 del 1992; … le mutate condizioni socio-sanitarie e la maggiore consapevolezza, responsabilità e maturità delle nuove generazioni di genitori permetterebbero di impostare una medicina preveniva più moderna e farmacologicamente più razionale, cioè personalizzata in base alle caratteristiche biopatografiche e ambientali dei vaccinandi. Tale approccio ridurrebbe il rischio degli effetti indesiderati dei vaccini senza per questo negare il valore di questi ultimi; … problematiche si registrano anche in relazione alla difficoltà riscontrate da molti nel reperire informazioni che devono precedere una scelta consapevole, alla libertà di scelta e al consenso informato che dovrebbe basarsi su una corretta ed esaustiva informazione sui vaccini, sulla loro efficacia e conoscenza delle controindicazioni; …; il Ministero della salute non prevede, pur non negandone l’esistenza, test di laboratorio, e anamnesi approfondita del bambino da eseguire prima di ciascuna vaccinazione pediatrica per avere delle informazioni sulle condizioni metaboliche e immunitarie di ciascun soggetto.


Massimo Montinari


Fonte: http://www.internationalpost.org/contents/SE_VUOI_FAR_CARRIERA_NON_FARE_MAI_INCHIESTE_SUI_VACCINI_3350.html#.Vq8_B_E7AUH



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