Tumori, sucralosio “potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di leucemia”
Questa la conclusione di un nuovo studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, pubblicato sull'International Journal of Occupational and Environmental Health. L'azienda produttrice però rigetta le accuse, sottolineando come diverse agenzie che si occupano di cibo e salute, come l’Fda, l’Oms e l'Ema, abbiano confermato la sicurezza del prodotto
Che sia naturale o artificiale la dolcezza fa male. Dopo lo studio Usa che stigmatizza l’uso di zuccheri perché aumenterebbe il rischio di tumore al seno, arriva una ricerca che mette in guardia sul sucralosio, dolcificante artificiale venduto come alternativa sana e naturale proprio allo zucchero.
Questo dolcificante sembrerebbe aumentare il rischio di ammalarsi di leucemia secondo la conclusione di un nuovo studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, pubblicato sull’International Journal of Occupational and Environmental Health. Il sucralosio è 600 volte più dolce del saccarosio ed è usato in circa 4500 prodotti.
Nella ricerca il dolcificante è stato somministrato in diverse quantità a 457 topi maschi e 396 topi femmina, a partire dall’epoca fetale e poi per tutta la vita: è stato così riscontrato un significativo aumento dei tumori delle cellule ematopoietiche, leucemia inclusa, nei topi maschi. Secondo lo studio il sucralosio non è quindi “biologicamente inerte e servono più studi per dimostrarne la sicurezza”.
L’azienda produttrice del dolcificante (noto in Europa come E955) ha però rigettato le accuse, sottolineando come diverse agenzie che si occupano di cibo e salute, come l’Fda, l’Oms e l’Ema, abbiano confermato la sicurezza del prodotto, che non causa tumore, “e che altri studi dell’Istituto Ramazzini sono stati giudicati inattendibili perché non seguono gli standard internazionali di valutazione”.
Approvato per il consumo in Europa nel 2002, il sucralosio è stato sottoposto ad una nuova revisione nel 2011 dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che ha definito accettabile per un adulto una quantità giornaliera di 15 milligrammi per chilo di peso corporeo.