«Autistico per un vaccino» La denuncia di una mamma
In un libro la madre del bimbo, una giovane goriziana, racconta il suo calvario «Siamo in tanti e abbiamo test che certificano che è colpa del sistema sanitario» di Vincenzo Compagnone
«Ho vissuto spensierata la gioia della maternità sino al giorno in cui un camice bianco, in una stanza sterile e priva di calore umano, ha presentato alla mia famiglia quello che sarebbe diventato un indesiderato compagno di vita: l’autismo».
Federica Santi, 36 anni, goriziana che risiede a Cormons con il marito e i due figli, introduce così il libro che ha scritto in due settimane, in aprile, «dopo aver impiegato tre anni a trovare il coraggio per farlo». Il volumetto si intitola “Non vivo in una bolla”, ed è diventato un piccolo caso editoriale. La “bolla”, ovvero un mondo isolato dalla realtà, è quella in cui, secondo la medicina ufficiale dovrebbe essere condannato a vivere il suo primogenito, Nicola, 6 anni in novembre. Un bambino autistico. Che invece da quella “bolla” – la mamma ne è convinta – vuole uscire e prima o poi uscirà, pur passando attraverso un duro percorso terapeutico.
Nel libro c’è la storia del piccino, che fino a 22 mesi aveva avuto uno sviluppo normale anche se cadenzato da disturbi gastrointestinali, per poi subìre, dopo la somministrazione del vaccino trivalente Mpr (morbillo, parotite, rosolia), e la nascita del fratellino Enrico, un’improvvisa regressione: rifiuto del cibo e mutismo. E c’è la storia, toccante, di una “famiglia danneggiata”, come recita il sottotitolo del libro che Federica ha autoprodotto e sta diffondendo con una fitta agenda di presentazioni in regione e Veneto.
«L’ho scritto – spiega Federica – per condividere la nostra esperienza con chi vive qualcosa di simile, e per la consapevolezza di aver messo al mondo un figlio sano e felice che il sistema sanitario nazionale ha fatto ammalare». Dito puntato contro i vaccini: «Siamo in tanti, altro che casi isolati. E non siamo visionari. Abbiamo test che certificano come i nostri figli siano stati intossicati».
I genitori di Nicola hanno abbandonare la terapia suggerita dall’equipe sanitaria locale. Hanno bussato alla porta di altri medici, a Pisa (il pediatra Eugenio Serravalle) e a Verona. Ora applicano, tra alti e bassi, la “Cease therapy”, cure omeopatiche e dieta rigorosa. Il bimbo è stato ritirato da scuola e segue un’educazione parentale. «Per averlo fatto – rimarca la mamma – lo Stato ci ha tolto la pensione d’invalidità di 280 euro al mese». Uno Stato cui hanno fatto causa appoggiandosi a Comilva il Movimento per la libertà delle vaccinazioni. Difficile dire come andrà a finire. Di innegabile c’è solo, per ora, il coraggio di una mamma e la solidarietà di cui è circondata su Facebook e da chi ha letto e leggerà il suo libro.
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13 maggio 2016
fonte: http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/05/13/news/autistico-per-un-vaccino-la-denuncia-di-una-mamma-1.13470311
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