Sondaggio: gli americani non si fidano più dell’industria farmaceutica
Lo studio della Kaiser family foundation rivela che il 21% degli americani ritiene che i farmaci abbiano peggiorato la vita delle persone e che il 77% di essi considera irragionevoli gli aumenti dei prezzi delle medicine
L’industria farmaceutica negli Stati Uniti non gode di buona fama, almeno stando al sondaggio tra 1204 americani condotto a metà settembre dalla Kaiser family foundation. In tanti sono convinti che i medicinali abbiano addirittura peggiorato la vita delle persone, che i costi delle terapie siano irragionevoli e che le imprese dovrebbero dare informazioni al pubblico su come si decide il costo di un farmaco.
Il 77% si dichiara fortemente contrario ai prezzi attuali dei medicinali, un dato che segna un aumento rispetto al 72% del 2015. Inoltre sono pochi coloro che hanno chiesto spiegazioni al proprio medico su un farmaco di cui hanno visto la pubblicità.
Un sentimento pubblico sempre più negativo nei confronti delle aziende. Colpa forse dei continui scandali, come quello della Turing Pharmaceutical che nel giro di una notte ha fatto lievitare di centinaia di volte i prezzi di alcuni prodotti, così come anche quello di Mylan che ha aumentato il costo di una penna antiallergica. L’aumento dei prezzi era nell’aria. Un +9,3% entro la fine del 2016 è stato previsto dalla società di assicurazione Coface, mettendo nero su bianco un trend che da qualche anno non accenna a diminuire (2014 +8,5% e 2015 +7,2%).
In dubbio perfino il valore dei nuovi farmaci. Il 21% ha dichiarato che quelli sviluppati nel corso degli ultimi vent’anni hanno “generalmente peggiorato l’esistenza delle persone”. Nel 2015 la percentuale si era fermata al 15%. Questo aumento, secondo l’analista Ashley Kirzinger, potrebbe essere imputato alla copertura dei media che hanno preferito dare risalto alle storie negative riguardante i farmaci, piuttosto che a quelle positive.
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