News della categoria Tecnologia
Traffico dei virus, Capua prosciolta. Ma le intercettazioni svelano il grande business
'Non luogo a procedere' per la virologa padovana. Ma l'inchiesta dei Nas mette in risalto gli affari e i conflitti di interessi celati dietro emergenze sanitarie. E racconta con dati di fatto quanto l’aviaria abbia arricchito Big Pharma
La sottile linea rossa tra la fusione Bayer / Monsanto e la IG-Farben
La banalità del male della Globalizzazione
"La lezione di storia che credo dovremmo imparare è che la seconda guerra mondiale, non è stata la sconfitta del nazismo inteso come il male assoluto che si presenta perché un giorno c’è un pazzo a cui la mamma non ha voluto bene e che decide di dare fuoco agli ebrei.Non è così, è un poco più complicato.La seconda guerra mondiale è stata la sconfitta, la prima sconfitta pesante, di un disegno liberista di gestione dell’economia, che ha ripreso il sopravvento dagli inizi degli anni ottanta."
Alberto Bagnai - tratto dal video "Deficit - Il punto sull’Europa tra sogno e realtà"(min 1:50 circa http://www.youtube.com/watch?v=HUAcDpZefeU )
Sono stati scritti molti articoli su questa vicenda e finalmente sembra esserci qualcuno che comincia a chiedersi se chi fa profitto con farmaci e pesticidi possa veramente avere a cuore la salute delle persone. Domanda, come vedremo, più che pertinente.
Fusioni come questa sono abbastanza ricorrenti sia nella storia recente che in quella meno recente: DuPont-Dow Chemical (2015, 115 miliardi), Syngenta-ChemChina (feb 2016, 43 miliardi). Da queste grandi fusioni l’unica multinazionale rimasta fuori sembra essere la “povera” BASF.
Ma la fusione di cui vorrei qui raccontare qualche piccolo dettaglio in più è quella che avvenne a cavallo delle due guerre mondiali, la fusione che creò il mostro chiamato IG-Farben, un gigantesco blocco industriale dedicato alla chimica e alla farmaceutica. La IG-Farben, fu in quel tempo la più grande azienda Europea e la più grande industria chimico-farmaceutica del mondo.
La IG-Farben (Interessen-Gemeinschaft Farbenindustrie AG) nacque nel 1925 da un accordo tra l’Agfa, la BASF, la Bayer, la Hoechst e una manciata di altre società che gravitavano nel mondo della chimica.
Le rassicurazioni dell’OMS sul rischio di cancro non convincono
I conflitti di interessi intorno al glifosato
(Rinnovabili.it) – Quando l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha valutato «probabilmente non cancerogeno» il glifosato, smentendo per la prima volta l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), i nomi degli esperti e degli studi utilizzati non sono stati resi pubblici. Invece, in calce all’opinione del comitato congiunto di scienziati che ieri ha ribadito la non cancerogenicità del glifosato assunto in alimenti e bevande, le firme ci sono. Si tratta di 18 esperti internazionali, il cui elenco è disponibile al pubblico.
Il gruppo di esperti (la sigla è JMPR, che sta per Joint Meeting on Pesticide Residues) è amministrato congiuntamente dalla Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il JMPR si riunisce regolarmente per esaminare le analisi dei pesticidi, stimare l’entità e i livelli massimi dei residui, rivedere i dati tossicologici e definire le dosi giornaliere ammissibili (ADI) per l’uomo. Le sue raccomandazioni vengono poi trasmesse alla Commissione del Codex Alimentarius, organo delle Nazioni Unite deputato ad elaborare regole e standard su cui si basano molte normative nazionali. Il Codex Alimentarius è parametro di riferimento per molti accordi sul commercio internazionale, pur garantendo un livello di protezione dei consumatori inferiore a quello che l’EFSA (glifosato a parte) garantisce ai cittadini europei.
Il problema sorge quando si scava dentro alla storia dei singoli esperti, che dentro queste grosse organizzazioni ricoprono cariche fondamentali per l’avvio dei processi normativi. È su di loro, uomini e donne sconosciuti al grande pubblico, che si concentra la pressione delle grandi multinazionali.
TOSCANA: FINANZIAMENTO DI 23 MILIONI DI EURO PER NOVARTIS PER UN PROGETTO CON LA FONDAZIONE GATES
Considerato che i politicanti non sanno, fanno finta di non sapere o dimenticano con una certa facilità le notizie scomode, vale la pena ricordare alcuni (solo alcuni) eventi fondamentali a livello internazionale che hanno visto coinvolti da una parte Novartis e dall'altra la Fondazione Gates:
Novartis:
1. Italia: scandalo contratto per la fornitura di un vaccino pandemico
2. Italia: Scandalo Influenza A, indagato dirigente novartis
3. Italia: scandalo Avastin-Lucentis
4. Italia: scandalo prescrizioni pilotate
5. USA: scandalo prescrizioni pilotate
6. Giappone: scandalo Diovan
7. Italia: ritiro Fluad
8. USA scandalo corruzione
Potremmo proseguire a lungo....
Fondazione Gates:
1. India: presunte sperimentazioni illegali di vaccini sui bambini
2. USA: scandalo investimento in giacimenti fossili e petrolio
3. USA: scandalo trust e reinvestimento denaro
4. USA: scandalo affari con chi inquina
5. Africa: sperimentazione di vaccini sui bambini
6. OMS: Fondazione alla conquista dell’OMS
E, anche qui, potremmo continuare.
Possibile che politici, stampa e soprattutto procure non indaghino su questo strani intrecci?
Avvocato Roberto Mastalia, Auret
Non ci sono più dubbi: gli OGM sono sul tavolo del TTIP
I testi negoziali resi pubblici da Greenpeace dimostrano che gli OGM sono il cuore dell’accordo TTIP. Ecco cosa dicono le carte
(Rinnovabili.it) – Fino ad oggi la Commissione europea ha sempre negato che sul tavolo negoziale del TTIP vi fosse anche il tema degli OGM. Ma le 248 pagine di testi consolidati dell’accordo USA-Ue, pubblicate in esclusiva da Greenpeace Olanda il 2 maggio, dimostrano che queste affermazioni erano false. Nel documento in cui Stati Uniti e Unione europea confrontano le rispettive posizioni sulle cosiddette misure sanitarie e fitosanitarie (SPS), le condizioni per l’importazione di prodotti biotech sono descritte. Invece che organismi geneticamente modificati, vengono chiamati “moderne tecniche di agricoltura”, ma non vi sono dubbi sull’oggetto della definizione.
Il nostro Paese è stato messo in mora, il primo stadio della procedura di infrazione, perché la legge italiana, in particolare il decreto legislativo 26/2014, pone delle limitazioni eccessive all’utilizzo degli animali per scopi scientifici, rispetto a quanto viene consentito dalla direttiva 2010/63/Eu
Falsi scientifici, ricerche taroccate per scalare carriere o drenare più fondi pubblici. In alcuni casi succede a Napoli; in altri, quelli più “grossi”, a quanto pare la regia è milanese. E sembra esistano un peso e tre misure: fa gran rumore, ad esempio, il caso che “non esiste”, con vere liste di proscrizione per una dozzina di ricercatori partenopei; fa poco rumore la storia di successi inventati, mentre il paziente è morto e il figlio scienziato lo scopre all’estero; messo praticamente a tacere il giallo che coinvolge pezzi da novanta del celebre e intoccabile Istituto Oncologico Europeo, fiore all’occhiello della Veronesi dinasty. Ma vediamo il tris, partendo dal primo.
La struttura, in Etiopia, è stata ideata dall’architetto italiano Arturo Vittori. E’ ecosostenibile e produce 100 litri di acqua al giorno. Togliere la sete, in territori difficili per la siccità, con Warka Water costa solo 500 dollari.
Si chiama Warka Water ed è un albero che toglie la sete. Un albero per modo di dire, ma che comunque produce acqua, in Etiopia, regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e dove la grave crisi alimentare andrà a toccare nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini. A 9 mesi dalla sua messa in opera nell’area di Dorze, Warka Water ha già prodotto oltre 29mila litri d’acqua e tolto la sete a 30mila persone.
- Victims of East German doping to get €10 million aid (09 Mar 16)
- US planned East Berlin's 'systematic destruction' (23 Dec 15)
- Woman battles pharma giant over 'danger pill' (15 Dec 15)
Zika virus: allarmismo irresponsabile
Sullo Zika virus e la citata correlazione con la microcefalia in Brasile «si sta facendo una campagna mediatica a livello mondiale». Campagna che viene valutata e analizzata in maniera critica da Roberto Ronchetti, presidente della sezione Medici per l’Ambiente (Isde) di Roma e professore emerito di pediatria all'Università La Sapienza di Roma e da Pietro Massimiliano Bianco, tecnologo e ricercatore ISPRA. Riportiamo il loro intervento.
Ogm, vent'anni di fallimenti
Dall’avvio delle coltivazioni commerciali, nel 1996, ad oggi, gli ogm, come spiega il rapporto di Greenpeace, «hanno prodotto profitti miliardari per una manciata di multinazionali senza apportare benefici all’agricoltura. Anzi…».
Vent’anni fa, nel 1996, negli Stati Uniti iniziavano le coltivazioni a fini commerciali di organismi geneticamente modificati e sempre in quell’anno il primo carico fece il suo ingresso in Europa. Prima e dopo quel momento sono stati investiti fiumi di denaro negli ogm, introdotti massicciamente come coltivazioni in alcuni paesi e approdati sulle nostre tavole nella più totale disapplicazione del principio di precauzione. L’Italia per ora ha notificato all’Unione Europea la richiesta di divieto di coltivazione(1), come previsto dalla Direttiva UE del marzo 2015, ma ciò che si coltiva altrove viaggia come una merce, entra nella filiera alimentare direttamente o indirettamente perché magari alimenta gli animali di cui poi noi ci cibiamo. Ebbene, a vent’anni di distanza è possibile un bilancio. Chi sostiene e ha sostenuto gli ogm ha avallato super-promesse: “Risolveranno il problema della fame nel mondo”, “Aumenteranno i raccolti”, “Si ridurrà l’uso di sostanze chimiche tossiche”. È andata così o no?
Stop glifosato, le associazioni europee lanciano una petizione per bandire l’erbicida
Stop al glifosato prima che sia troppo tardi. Un gruppo di associazioni hanno lanciato una petizione per chiedere alla Commissione europea di non rinnovare l'autorizzazione all'uso dell'erbicida.
Due associazioni di medici in Brasile e Argentina denunciano l’OMS: “Microcefalia causata dai pesticidi nell’acqua potabile, non dalla Zika”
(Rinnovabili.it) – Un drammatico aumento di malformazioni congenite, in particolare di microcefalia nei neonati, è stato imputato al virus Zika dal Ministero della Salute brasiliano. Ma due associazioni di medici ritengono che queste sciagure siano causate da specifici pesticidi, commercializzati dalla Monsanto e nebulizzati per 18 mesi sui bacini idrici che forniscono le acque potabili alla popolazione colpita.
La denuncia è contenuta in un rapporto della Red Universitaria de Ambiente y Salud, gruppo di medici argentini impegnati nella difesa dei popoli vittima degli effetti dei pesticidi. È uscito il 3 febbraio, passando quasi inosservato. Nel dossier, i medici puntano il dito sul pyriproxyfen, un larvicida chimico prodotto da Sumitomo Chemical, una consociata giapponese della Monsanto. E una nuova ombra si addensa sull’azienda più odiata del mondo.
Secondo le 32 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica che aderiscono al tavolo contro i pesticidi e alla Campagna Stop Glifosato: «Quello del glifosato è un autentico scandalo: senza pareri univoci sul piano scientifico in merito alla sua pericolosità per la salute umana, la Commissione Europea sta per procedere ad una nuova autorizzazione del prodotto chimico per altri 15 anni».
Le associazioni sono molto preoccupate per come si stanno muovendo l’Europa ed il Governo italiano, con le Regioni, sulla imminente decisione a livello europeo in merito al rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione ed utilizzo del diserbante Glifosato nei Paesi membri della Ue.
No a diserbanti e pesticidi: aiutiamo le persone che vivono nelle zone agricole (PETIZIONE)
L’esposizione a pesticidi e diserbanti può risultare dannosa per la salute. Il problema riguarda innanzitutto agricoltori e coltivatori che utilizzano queste sostanze nel proprio lavoro. Ma non possiamo dimenticare le persone che vivono in zone agricole e che rischiano di essere esposte a sostanze nocive quasi senza rendersene conto.
Un paper di revisione scientifica pubblicato e diffuso da poco, ha snocciolato dei dati globali di consumo, rivelando un uso da record del glifosato, l'erbicida commercializzato dalla Monsanto come Roundup.
La sostanza chimica è stata salutata come efficace scoperta nel preservare i raccolti dalle erbe infestanti, quando debuttò nel 1970. Ed ha anche stimolato lo sviluppo di controverse colture di mais e soia geneticamente modificati resistenti agli erbicidi, provocando l'aumento di in una generazione di superinfestanti resistenti agli erbicidi, e l'uso di erbicidi ancora più potenti per combattere quelle superinfestanti.
L'anno scorso la sostanza chimica è stata classificata come "probabilmente cancerogena per l'uomo" dall'Agenzia internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca sul Cancro.
La relazione odierna, redatta dal dottor Charles Benbrook, un consulente organico, ha coperto statistiche dal 1974 al 2014 negli Stati Uniti, e dal 1994 al 2014 a livello globale.
A vederla da fuori la clinica dove è stato inventato il «Protocollo olandese» non sembra particolarmente rivoluzionaria: qualche decina di stanze linde affacciate su un corridoio ad angolo tra la coloratissima ludoteca di pediatria e un’anonima sala d’attesa dove aspetta un gruppetto di pazienti. Molti sono adolescenti: il VU Medical Center, alla periferia di Amsterdam, ha sviluppato un metodo per persa in carico di teenager con la disforia di genere che prevede anche la «sospensione della pubertà» dopo i 12 anni.
L’accordo sul libero scambio fra USA e Ue abbasserà gli standard del settore agroalimentare
Con il Ttip via libera a 82 pesticidi vietati in Ue
(Rinnovabili.it) – Se si approva il Ttip, in agricoltura vincerà la logica del minimo comun denominatore. Secondo un rapporto del CIEL (Center for International and Environmental Law), infatti, l’accordo di libero scambio fra USA e Ue potrebbe sgretolare le barriere ai pesticidi nocivi in vigore nel Vecchio continente.
I grandi gruppi commerciali di ogni settore – e quello agroalimentare più di tutti gli altri – stanno facendo forti pressioni sui negoziatori per ottenere dai colloqui fra le parti il massimo possibile: puntano, in accordo con la Commissione europea e il governo statunitense, a far saltare le barriere non tariffarie al commercio. Si tratta di normative a tutela dell’ambiente, della salute umana e di altri beni e servizi pubblici. Il rischio, secondo il rapporto, è che questo abbia un impatto non indifferente sui regolamenti che limitano l’uso di pesticidi sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea. Le proposte avanzate dalla CropLife America e dall’European Crop Protection Association (ECPA), puntano ad ammorbidire gli standard più severi in materia di anticrittogamici in vigore nell’Ue e nei singoli Stati americani.
Fuori controllo l'invasione degli insetti transgenici
Nel luglio scorso è stata evitata per un soffio l’immissione nell’ambiente di decine di migliaia di insetti transgenici a poca distanza dai confini italiani. Ma dal 2009 ad oggi sono già decine di milioni gli esemplari liberati nel mondo.
Decine di milioni di insetti geneticamente modificati liberi nell’ambiente. Non è un incubo né un fanta-thriller; è la realtà. Di cui pressoché nessuno parla, che pressoché nessuno spiega perché così nessuno si preoccupa o protesta. Dal 2009 l’azienda leader in questo campo, l’inglese Oxitec, sta immettendo nell’ambiente decine di milioni di esemplari nei quali sono state introdotte alterazioni genetiche con l’obiettivo (almeno quello dichiarato), a seconda dei casi, di rendere sterili gli accoppiamenti per ridurre il numero di eventuali parassiti o rendere inoffensivi insetti portatori di patologie per l’uomo. A due passi dal confine italiano si è evitato per un soffio, nel luglio 2015, il rilascio di decine di migliaia di mosche dell’olivo che la Oxitec voleva realizzare a Tarragona, in Spagna. L’intenzione è stata portata alla luce dall’associazione TestBiotech insieme ad altri movimenti, che hanno sollevato un polverone tale da indurre il governo spagnolo a non concedere l’autorizzazione. Peraltro negli ultimi anni è stata messa a punto una tecnica chiamata gene drive, grazie alla quale una determinata mutazione riesce a replicarsi da un cromosoma all’altro e viene trasmessa ai discendenti anche eludendo le regole della normale riproduzione sessuale, diffondendosi dunque con grande rapidità nell’intera popolazione di insetti e nell’ecosistema in maniera irreversibile.
Farmaci e macchine per avere un supercervello
Medicinali e dispositivi tecnologici per aumentare le nostre capacità cognitive: non è fantascienza, ma già realtà. Un processo da governare e non subire. Per evitare mostri umani
A San Francisco il Thync lo si indossa ai concerti, serve per immergersi completamente nella musica. È un triangolino di plastica grande quanto il palmo di una mano, da applicare sulla tempia: serve per cambiare l’umore a comando. Induce uno stato di calma o di energia, basta scegliere lo stato desiderato dall’app sul telefonino. Inventato dallo scienziato americano Jamie Tyler, è uno stimolatore che manda impulsi elettrici di bassa intensità ai nervi cranici; in teoria si dovrebbe sentire un’onda di energia (o calma) invadere cervello e muscoli, ma non a tutti fa lo stesso effetto.
Uomini e donne più piccoli, che mangino e bevano di meno, più socievoli e ingenui, più resistenti al calore e alle malattie tropicali e in grado di comprendere meglio le richieste dell’establishment. Ecco come in UK vogliono combattere i cambiamenti climatici, in un paper del 2012.
Gli autori
Si chiamano S. Matthew Liao, Anders Sandberg e Rebecca Roache. Non sono tre persone qualunque: il primo insegna alla New York University e partecipa ai talks di Ted, dove promuove l’uso della tecnologia per la selezione (o la rimozione) dei ricordi. Il secondo è un ricercatore transumanista, con un dottorato in Computational Neuroscience completato all’università di Stoccolma, fondatore di un think tank, Eudoxa, e membro del Future of Humanity Institute, un centro di ricerca della Oxford University che seleziona gli intelletti migliori per studiare come migliorare il futuro della specie. La terza ha un dottorato a Cambridge, ha avuto ruoli importanti in molti centri di ricerca a Oxford, insegna etica, logica e filosofia della mente alla Royal Holloway – University of London ed è una che si interroga su come rendere le punizioni per crimini particolarmente odiosi più intense e dolorose, rendendo per esempio l’ergastolo più duraturo “estendendo artificialmente nel tempo la vita dei condannati“.
Monsanto, l’eugenetica e le conseguenze per l’uomo
Se l’ universo fosse diverso, se la galassia fosse differente da quella che conosciamo, se la natura fosse un’ altra, probabilmente non saremo qui per poterlo vedere e per poterlo dire. Siamo il risultato di bilioni di anni di evoluzione cosmica, granelli di stelle… Reputando che la natura segua processi piuttosto lenti, la Monsanto, a quanto pare, pretende semplicemente di controllarla.
All’ora in cui Matrix va in onda io dormo da un pezzo. Perciò non ho visto la trasmissione che era stata registrata qualche ora prima e che, a detta di un amico presente alla registrazione, ha avuto almeno la coda
tagliata.
Un paio di operatori erano venuti nel mio laboratorio e da lì, senza vedere gl’interlocutori, io dialogavo con chi stava in studio a Roma sotto la conduzione di tale sig. Telese. E in studio ci stavano un avvocato di cui non ho colto nome e funzione, la ministra della salute Beatrice Lorenzin e una certa Roberta Siliquini assurta alla presidenza del Consiglio superiore di sanità (http://www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_5_7.jsp?menu=organizzazione&label=css).
Non si creda che io non fossi preventivamente conscio del fatto che si sarebbe allestita la solita farsa: lo sapevo benissimo. Comunque, alle numerose telefonate della redazione di Matrix che hanno preceduto la registrazione ho sempre detto che io non sopporto i tuttologi e che io parlo solo di ciò che conosco di prima mano. Dunque: l’inquinamento da particelle nei vaccini e non altro.
L'INCHIESTA
ISRAELE-USA. SLA, ARRIVA IL TRATTAMENTO RIVOLUZIONARIO CON LE STAMINALI MESENCHIMALI
Sorprendenti i dati pubblicati su JAMA Neurology di un trial clinico condotto dal Dr. Dimitrios Karussis, con infusioni intratecali di cellule staminali mesenchimali a malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il 90% dei pazienti ha mostrato rallentamento della progressione della malattia, come misurato dalla loro funzione respiratoria o la loro disabilità motoria generale
di Cinzia Marchegiani
Staminali mesenchimali si, staminali mesenchimali no! Il dilemma sembra ormai dileguarsi come neve al sole, dopo un dibattito acceso sollevato in Italia dal caso Stamina e dibattuto fortemente dalla senatrice Cattaneo che asseriva che le staminali mesenchimali non potevano trasformarsi in neuroni e quindi non potevano avere un ruolo decisivo per le malattie neurodegenerative. La Cattaneo in un’intervista spiegava: “Ad oggi non è infatti possibile trasformare le cellule mesenchimali che in genere possono dare origine a tessuto osseo, cartilagineo e adiposo in neuroni”. Elena Cattaneo, che in seno alla battaglia contro le terapie compassionevoli effettuate agli Spedali Civili di Brescia col metodo Stamina (che utilizzava cellule staminali prelevate dallo stroma osseo) fu nominata senatrice a vita da Giorgio Napolitano è soprattutto ricordata per le sue incessanti battaglie in passato spese invano per opporsi all’estromissione dei progetti di ricerche che utilizzavano le staminali embrionali al bando di ricerca sanitaria riferito all’anno 2008 che metteva a disposizione un fondo di ben 8 milioni di euro per la ricerca italiana. Né il ricorso al Tar del Lazio (n. 3751/2009) né quello successivo al Consiglio di Stato nel dicembre 2009 diedero ragione alla Cattaneo, niente finanziamenti per le staminali embrionali. Le stesse staminali embrionali in realtà l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha stabilito che non sono adatte per uso terapeutico poiché ancora hanno problemi legati all’instabilità cromosomiale, tutta colpa del loro forte potenziale cancerogeno.