Quando si tratta di influenzare le politiche internazionali e nazionali, Big Food, Big Drink e Big Sugar non sono da meno di Big Pharma.(1) Succede anche in Italia: chi tra i NoGrazie non ricorda l’acqua della salute?(2) Più recentemente, un gruppo di ricercatori australiani ha cercato di capire come funzionano le cose nel loro paese.
News della categoria Economia
Le autorità preposte alla regolamentazione devono ancora dare il via libera, ma già sull’annunciato acquisto per $65 miliardi della molto discussa americana Monsanto da parte dell’apparentemente innocente e meno contestata tedesca Bayer si levano dubbi, critiche e preoccupati allarmi . Anche perché la fusione fra i due giganti della chimica e dell’agro-business, che controlleranno i mercati delle sementi e della chimica, non è la sola .
I DUBBI del Financial Times . La concentrazione e la centralizzazione fra le multinazionali del settore sta infatti avanzando a grandi passi: “ Dow Chemical e Duponthanno annunciato l’anno scorso una fusione da $130 miliardi mentre ChemChina sta portando avanti un takeover di Syngenta da $44 miliardi, e PatshCorp, il maggiore fornitore di potassio al mondo sta trattando con la rivale Agrium per dar vita a un colosso da $30 miliardi che monopolizzerà il settore dei fertilizzanti”.
Il Financial Times nell'informare su queste imminenti operazioni , dà voce alle preoccupazioni di agricoltori e ambientalisti: “L’acquisizione darebbe vita al fornitore di sementi e antiparassitari per l’agricoltura più grande del mondo…Ci sono timori su entrambe le sponde dell’Atlantico che ciò potrebbe ridurre la scelta da parte degli agricoltori in mercati già dominati da un pugno di grandi compagnie, e alla fine farebbe crescere i prezzi dei generi alimentari per i consumatori”.
ROMA – Confezioni da 10 pillole e cure da 7 giorni. A tutti o quasi è capitato, per malanni più o meno gravi, dall’influenza alle patologie ben più serie, di avere una prescrizione medica che indicasse una cura ad esempio di una settimana e di trovare in farmacia confezioni che contengono più o meno pillole di quelle necessarie a completare il ciclo indicato. Una differenza che nella pratica si traduce in medicinali che finiscono nel cestino o comunque inutilizzati in un cassetto della casa, ma che per le casse pubbliche significa un costo che è in realtà uno spreco.
Monsanto-Bayer: un matrimonio da brividi
Il Canada esporta in Sicilia grano duro pieno di glifosato e micotossine, ma pretende uva da tavola siciliana supercontrollata!
Giulio Ambrosetti
I canadesi, che non si fanno alcun problema a rifilarci il grano duro zeppo di veleni, hanno preteso e ottenuto mille controlli sulla salubrità dell’uva Italia (che, detto per inciso, è una delle migliori uve da tavola del mondo!). Sono i paradossi di una Regione governata da politici dilettanti (non vogliamo pensare ad altre ipotesi…). E il bello è che l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, si vanta pure di aver fatto controllare l’uva che verrà esportata. E sul grano duro mezzo avvelenato che arriva in Sicilia con le navi, assessore, nessun controllo?
La sottile linea rossa tra la fusione Bayer / Monsanto e la IG-Farben
La banalità del male della Globalizzazione
"La lezione di storia che credo dovremmo imparare è che la seconda guerra mondiale, non è stata la sconfitta del nazismo inteso come il male assoluto che si presenta perché un giorno c’è un pazzo a cui la mamma non ha voluto bene e che decide di dare fuoco agli ebrei.Non è così, è un poco più complicato.La seconda guerra mondiale è stata la sconfitta, la prima sconfitta pesante, di un disegno liberista di gestione dell’economia, che ha ripreso il sopravvento dagli inizi degli anni ottanta."
Alberto Bagnai - tratto dal video "Deficit - Il punto sull’Europa tra sogno e realtà"(min 1:50 circa http://www.youtube.com/watch?v=HUAcDpZefeU )
Sono stati scritti molti articoli su questa vicenda e finalmente sembra esserci qualcuno che comincia a chiedersi se chi fa profitto con farmaci e pesticidi possa veramente avere a cuore la salute delle persone. Domanda, come vedremo, più che pertinente.
Fusioni come questa sono abbastanza ricorrenti sia nella storia recente che in quella meno recente: DuPont-Dow Chemical (2015, 115 miliardi), Syngenta-ChemChina (feb 2016, 43 miliardi). Da queste grandi fusioni l’unica multinazionale rimasta fuori sembra essere la “povera” BASF.
Ma la fusione di cui vorrei qui raccontare qualche piccolo dettaglio in più è quella che avvenne a cavallo delle due guerre mondiali, la fusione che creò il mostro chiamato IG-Farben, un gigantesco blocco industriale dedicato alla chimica e alla farmaceutica. La IG-Farben, fu in quel tempo la più grande azienda Europea e la più grande industria chimico-farmaceutica del mondo.
La IG-Farben (Interessen-Gemeinschaft Farbenindustrie AG) nacque nel 1925 da un accordo tra l’Agfa, la BASF, la Bayer, la Hoechst e una manciata di altre società che gravitavano nel mondo della chimica.
Fra ricerca e sperimentazione, le big pharma investono miliardi. E vogliono rientrare dei soldi spesi, guadagnandoci. Così i prezzi delle medicine finiscono fuori controllo. Le eccezioni nei Paesi poveri (tollerate dalle industrie) e il ruolo che le agenzie nazionali per i farmaci devono giocare nella definizione dei prezzi
Farmaci troppo cari, ovunque: nei Paesi ricchi che, con qualche limitazione, se li possono ancora permettere, e in quelli poveri, che spesso non hanno i soldi per comprarli. Farmaci, ma anche vaccini. Costosi perché ci sono i brevetti e le industrie farmaceutiche dettano legge. La discussione è cominciata qualche anno fa, ai tempi dell’Aids, quando l’Africa non aveva accesso alle terapie. Ma oggi il problema si è esteso anche da noi e non riguarda solo l’Aids, ma il cancro, soprattutto, e molte altre malattie. Oggi esistono farmaci sempre più efficaci, ma sempre più costosi per molte patologie. E hanno un brevetto: fino a quando quest’ultimo non scade (solo allora si possono produrre i «generici» cioè le copie del farmaco a prezzi molto più bassi) è l’azienda farmaceutica che decide il prezzo (e lo contratta con chi dovrà poi fornire le cure).
La struttura, in Etiopia, è stata ideata dall’architetto italiano Arturo Vittori. E’ ecosostenibile e produce 100 litri di acqua al giorno. Togliere la sete, in territori difficili per la siccità, con Warka Water costa solo 500 dollari.
Si chiama Warka Water ed è un albero che toglie la sete. Un albero per modo di dire, ma che comunque produce acqua, in Etiopia, regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e dove la grave crisi alimentare andrà a toccare nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini. A 9 mesi dalla sua messa in opera nell’area di Dorze, Warka Water ha già prodotto oltre 29mila litri d’acqua e tolto la sete a 30mila persone.
L’annuncio è di quelli che fanno felici, primi fra tutti i lavoratori. Gsk, la multinazionale che ha acquistato Novartis, ha detto di mantenere in vita il reparto ricerca e sviluppo di Siena.
Cambio di rotta positivo per l’azienda farmaceutica che fatti due conti ha modificato il progetto iniziale che prevedeva la cessione di questo ramo d’azienda perchè un duplicato di quello che ha già in Belgio. Gsk ha capito l’importanza dei lavoratori si sviluppo e ricerca senesi e deciso di mantenerli in funzione.
Stili di vita. La ricetta neo-liberista
Angelo Stefanini
Le campagne di educazione di massa continuano a basarsi sul presupposto che la causa ultima delle malattie, e l’obiettivo su cui agire, risieda nei singoli individui e nelle libere scelte che essi compiono. Focalizzarsi sulla responsabilità individuale fornisce un’efficace copertura alle industrie del tabacco, alimentari, di bevande zuccherate e alcolici tese a difendere i loro profitti contro la minaccia di regolamentazioni o restrizioni governative.
Nonostante il messaggio della Commissione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sui determinanti sociali della salute[1] e il dibattito sulla “determinazione sociale della salute”[2] abbiano ormai raggiunto aziende sanitarie, assessorati alla sanità e forse anche qualche reparto ospedaliero, la visione dominante della promozione della salute tra gli operatori del settore sembra rimanere inesorabilmente fossilizzata sul cambiamento dello “stile di vita” che il singolo individuo è sollecitato a compiere. Un’immagine forse semplicistica della situazione è data dalla frequenza con cui compaiono le espressioni “determinanti sociali” e “stile/i di vita” nel testo del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 del Ministero della Salute: due volte la prima, ventisei volte la seconda[3].
Bill Gates alla conquista dell’OMS
La Fondazione Gates secondo donatore dell'agenzia Onu dietro degli USA. Cresce il malumore
“Le persone incaricate di prendere decisioni finanziarie e politiche devono capire i progressi che registriamo ogni giorno. Credo che abbiamo l'opportunità di fare progressi ancora più importanti, in modo più rapido e per più persone. Questa opportunità è la ragione per la quale ho dedicato il mio tempo alla Fondazione Gates. Salute e sviluppo è il lavoro più importante che possa svolgere, e sia io che Melinda dedicheremo il resto della nostra vita a questo lavoro”.A volte bastano poche parole per riassumere la missione di una vita e il potere immenso che ne può conseguire. Queste parole Bill Gates le ha espresse il 18 maggio durante l'inaugurazione della 64° Assemblea annuale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di cui la Fondazione capeggiata dall’ex presidente della Microsoft e da sua moglie è diventato il secondo più importante donatore dopo gli Stati Uniti con 220 milioni di dollari (154 milioni di euro) assegnati al budget 2010-2011.
Commercio: con gli accordi TTIP i piccoli imprenditori dell'agroalimentare saranno schiacciati
Lo confermano 2 rapporti diffusi dal Dipartimento dell’agricoltura Usa. Non soltanto creerà difficoltà serie, ma tornerà a favore degli stessi Stati Uniti in maniera prepotente rispetto ai benefici dell’Europa unita
di MARTA RIZZOROMA – Sono 2 studi quasi manicali americani, diffusi dalla Campagna StopTtip, ad affermare chiaramente i benefici che gli Usa potranno trarre dagli accordi sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese, Transatlantic Trade and Investment Partnership, appunto: Ttip). Benefici che - secondo gli analisti statunitensi - saranno enormemente inferiori per l’Ue, che comunque non accenna a ritrattare il Trattato, in corso dal 2013 e che quando diverrà operativo si creerà la più grande area di libero scambio, dal momento che l'Unione Europea e gli Stati Uniti rappresentano la metà del Pil di tutto il mondo e un terzo del commercio globale.
SIAMO TROPPI?
Prefazione di Giulio A. Maccararo.
Bill Gates, sotto accusa la sua fondazione: "Condiziona pericolosamente le scelte di aiuto”
L'accusa formulata dalla Ong Global Justice Now nel corso del meeting internazionale di Davos, appena concluso. L'azione filantropica è lontana dall’essere una “strategia caritatevole neutrale”
LA LIBERTA’ FA BENE ALLA SALUTE…. LEGACOOP CI PROVA MA CLAUDIO BORGHI FA BUONA GUARDIA
Ancora una volta vi riposto Noam Chomsky affinché abbiate ben presente “cosa” sta accadendo in sanità:
Il Decreto Lorenzin e il disprezzo della dignità del medico
Impone scelte diagnostiche autoritarie e arbitrarie penalizzando con gravi sanzioni il medico insubordinato
La classe medica non ha gradito l’ultimo Diktat dei politici, che col consueto disprezzo della dignità e libertà del medico, stanno imponendo scelte diagnostiche autoritarie e arbitrarie penalizzando con gravi sanzioni il medico insubordinato. Da decenni i burattini politici delle multinazionali si sono arbitrariamente interposti tra medico e paziente gestendo interamente tutti i settori della sanità, con criteri clientelari e nel rispettoso e zelante ossequio solo degli interessi delle multinazionali del farmaco, mai dei disprezzati sudditi italiani.
cura del Dott. Eugenio Serravalle e della Dott.ssa Alessia Zurlini
“Sul fronte dell’industria vaccinale vi sono state grandi novità: la liberalizzazione del prezzo dei vaccini, avvenuta alla fine degli anni ’80 in buona parte dei paesi Occidentali, ha finalmente rotto il gap dello statalismo che soffocava lo sviluppo dei vaccini imponendo prezzi bassi non remunerativi in cambio di mercato garantito e in assenza di competizione. Fare vaccini è diventato di nuovo conveniente: abbiamo visto un grande rilancio della ricerca, un’esplosione di attività promozionali e culturali, accompagnate da una aggregazione, in poche grandissime multinazionali, di buona parte dell’industria vaccinale.”
Così scriveva Donato Greco, Dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità alla fine degli anni 90.
In effetti, da quando si è passati dai 3 vaccini degli anni ’80 (antipolio, antidif-tetanica) ai 15 odierni (aggiungendo quelli contro pertosse, Hib, epatite B, meningococco B e C, pneumococco, rotavirus, morbillo, parotite, rosolia, varicella, influenza) il “mercato” è cambiato, con guadagni consistenti da parte dei produttori.
Un’analisi costo-beneficio tratta da Canadian Immunisation Guide mostra come i vaccini più recenti costino molto di più per anno di vita salvato rispetto ai vaccini meno recenti.
Le radici oscure dell'UE di Bruxelles
La risposta a questa domanda è un fragoroso quanto deciso no. Non è minimamente concepibile che le industrie farmaceutiche ed in generale il mondo della sanità privata lavori per la nostra salute.
Perché lo dico? Forse perché non sono così ingenuo da credere in Babbo Natale e perché ho una sufficiente conoscenza dell’uomo per sapere che coloro che si dedicano completamente al bene del prossimo sono più unici che rari. Infatti io non ho mai incontrato nessuno con queste caratteristiche, e voi?
La sanità privata, come ogni altra impresa, è dedita al profitto, si punta a guadagnare. Laddove si parla di diritto alla salute è subito chiaro che il guadagno pone chi produce farmaci o somministra cure in evidente e palese conflitto d’interesse ab origine.
Provate a pensarci. Facciamo un esempio di pura fantasia. Se io fossi proprietario di una casa farmaceutica che guadagna milioni con la chemioterapia e domani venissi a conoscenza di una cura definitiva contro il cancro, che tuttavia non mi consentirebbe il mantenimento dei profitti perché basata su principi attivi comuni e poco costosi, che farei? Inizierei a produrre il nuovo farmaco andando verso il fallimento oppure contatterei chi lo ha ideato ed in qualche modo impedirei che la cosa possa diventare di dominio pubblico?
Lo scorso 26 maggio ho realizzato un collage di informazioni dal titolo:
IL CONFLITTO CHE NESSUNO VUOLE VEDERE (ma tutti conoscono)
Come Big Pharma tiene in ostaggio la scienza, la salute pubblica e il progresso del mondo intero tramite il debito
Qualche giorno dopo ho ricevuto una replica in forma di Nota da parte della FEDAIISF (Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco) che abbiamo riportato qui.
Cogliamo l'occasione per ringraziare per la risposta del Dr. Antonio Scano, consigliere FEDAIISF.
Siccome crediamo che ancora non si è colta la gravità della situazione e la necessità ormai impellente di mettervi mano, continuiamo la nostra analisi, fornendo altre informazioni generali per confermare l'idea di fondo e articoli di stampa usciti in questi giorni per dimostrare l'urgenza di una situazione che potrebbe esplodere in qualsiasi momento.
Roma, 28 mag. (AdnKronos Salute) - Paghe più alte per i 'numeri uno' delle aziende farmaceutiche negli Stati Uniti rispetto all'Europa. E anche 15 milioni di dollari di differenza fra i Ceo di grandi industrie e quelli che guidano realtà più piccole. Sulla realtà degli stipendi nel settore, 'Forbes' dedica un editoriale a firma di Dan Munro, che conferma: le società farmaceutiche pagano i loro top manager più che in ogni altra fetta del comparto sanitario. E questo tema dovrebbe entrare nel dibattito sui crescenti costi dei nuovi medicinali.
Il sondaggio è rudimentale - comprende solo 5 aziende rappresentative di ciascun settore della sanità - ma comunque illustrativo. Al vertice del pharma c'è Johnson & Johnson, che lo scorso anno ha distribuito 66 milioni di dollari ai suoi primi cinque funzionari, di cui 25 milioni al Ceo Alex Gorsky. A fondo classifica, Novartis, con 38 milioni di dollari in totale per il 2014, di cui 13 all'amministratore delegato Joe Jimenez. Il totale delle paghe nelle prime cinque farmaceutiche è di 265 milioni di dollari.
Stiglitz: 'TTIP? E' la presa del potere segreta delle multinazionali'
da L'AntiDiplomatico.it.
Tali accordi, prosegue Stiglitz, vanno ben oltre il commercio, regolano gli investimenti e la proprietà intellettuale e impongono cambiamenti fondamentali nel quadro normativo, giudiziario e legale dei Paesi, senza il contributo o il supporto da parte delle istituzioni democratiche. Forse la parte più odiosa - e disonesta - di tali accordi riguarda la protezione degli investitori. Gli investitori che vogliono proteggersi possono acquistare un'assicurazione dalla Multilateral Investment Guarantee Agency, una società affiliata della Banca Mondiale, mentre gli Stati Uniti e gli altri governi forniscono una simile assicurazione. Tuttavia, gli Usa richiedono misure simili nel TPP, anche se molti dei loro "partner" hanno protezioni sulla proprietà e sistemi giudiziari che sono buoni quanto i loro.
Sterilizzazione di massa – Il metodo Bill Gates
Un nuovo farmaco per la sterilizzazione femminile sarà probabilmente essere sviluppato e promosso in tutto il mondo grazie ad una cospicua donazione di Bill e Melinda Gates .
La Fondazione Gates ha finanziato con 5 milioni di dollari una ricerca in Oregon per lo sviluppo non chirurgica della “contraccezione permanente.”
La vita in debito
Sepp Hasslberger
"Molte volte spendiamo dei soldi che non abbiamo, comprando cose delle quali non abbiamo bisogno, per far bella figura con gente che non se ne importa."
Queste parole, attribuite all'attore americano Will Smith, caratterizzano la vita moderna. Siamo alla rincorsa costante dei soldi per vivere e pagare "i nostri debiti". Dobbiamo restituire il mutuo in banca, pagare le rate per i mobili di cucina, comprare libri e vestiti per i figli, pagare le bollette, il canone, la benzina per la macchina … mille cose e poi ancora alcune.
In un certo senso siamo diventati schiavi con le catene del debito. Ma la colpa è anche nostra: Ci vogliono due per indebitarsi. La banca e le finanziarie ci offrono del denaro a condizioni vantaggiose, almeno così ci pare, ma non basta. Ci vuole anche la nostra volontà di spendere...
Ultimi commenti